Con l’uscita del nuovo bando del servizio civile abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere con chi attualmente sta svolgendo il servizio civile nella Grande Casa di Peter Pan. Abbiamo parlato con Martina, che ci ha raccontato un po’ della sua vita e di questa esperienza di servizio civile a Peter Pan.
Il servizio civile a Peter Pan raccontato da Martina
Mi chiamo Martina, ho 22 anni e la mia esperienza di Servizio Civile è iniziata in modo particolare e movimentato.
Il giorno che uscì il bando, mio padre tornando da lavoro mi disse se avevo voglia di fare il Servizio Civile. Lì per lì rimasi indifferente, ma inconsciamente il mio pensiero anche nei giorni successivi si riversava sempre lì: “la faccio o non la faccio la domanda?”; alla fine scelsi di inviare la mia candidatura. Arrivarono i giorni dei colloqui. Io non li feci con la Casa di Peter Pan, in quanto la mia scelta inizialmente era stata un’altra. Il progetto da me selezionato era stato quello che riguardava la sensibilizzazione delle malattie rare all’interno delle scuole primarie di primo e secondo grado. Ai colloqui non venni presa. Ci rimasi male, e quell’evento per me fu un altro motivo per demotivarmi. Il tempo però, senza rendermene conto scorreva.
Arrivò l’estate, mio padre un giorno mi chiese se ero ancora intenzionata a partecipare al Servizio Civile in quanto ci stava la possibilità di entrare a far parte della Grande Casa di Peter Pan; iniziai a vedere delle opportunità, scelsi di accettare la proposta. Ero entusiasta, ansiosa e curiosa, piena di voglia di iniziare immediatamente la mia esperienza. Finalmente IL 28/08/2021 sono entrata nella Casa di Peter Pan come volontaria di servizio Civile.
Il mio primo giorno nella Casa è durato il tempo di una chiacchierata molto piacevole con il direttore generale Gian Paolo Montini, di un giro tra le due strutture e qualche sorriso dei bambini. Sono tornata a casa con una voglia matta che fosse già il giorno dopo.
Con ogni bambino o bambina che varca il portone di casa Peter Pan si instaura un rapporto speciale, per quanto mi riguarda quasi fraterno, sempre con la voglia di farli sorridere, di proteggerli e donargli amore.
In particolare in questi mesi, mi sono lasciata travolgere dall’amore verso un bambino di 5 anni. Tra di noi sin da subito si è instaurato un legame particolare. Ricordo perfettamente il giorno in cui mi disse “Ti voglio bene baciucca”, andai a casa con quella frase impressa nella mente come se me la stava ancora pronunciando. Ancora oggi mi capita di ricordare quell’evento e dentro di me riaffiora nitido il suo timbro di voce.
È una sensazione che non si può spiegare, ma è meravigliosamente stupenda, per non parlare quando i bambini, di loro iniziativa si avvicinano e lentamente ti stringono forte a loro, ma tu per via di questo maledetto Covid-19 sei costretta a far finire presto quel momento, per paura di trasmettergli qualcosa. Ma nonostante i pochi secondi lo scambio di amore è tanto. Questa esperienza umanamente mi sta insegnando tutto, a vivere ma a vivere davvero.
A chiunque abbia voglia di capire come si affronta la Vita dico di venire a Casa Peter Pan, perché l’insegnamento di un bambino non ha rivali.