Dal diario dei Pifferai la testimonianza di Maria Pia: “Tra ospedale e Casa Peter”

Essere volontari a Peter Pan significa entrare in punta di piedi nella vita di chi sta affrontando un percorso difficile, portando leggerezza, ascolto e presenza. Ci sono tanti modi di farlo: c’è chi anima le Case nel tardo pomeriggio, chi gioca con i bambini in ospedale, chi accompagna le famiglie nei loro spostamenti, chi sta dietro le quinte per far funzionare tutto al meglio. L’Associazione Peter Pam si avvale di numerose équipe di volontari, ognuna con compiti specifici, per garantire un supporto completo alle famiglie dei bambini malati di cancro.

Mara Pia è una di quelle volontarie che si “sdoppia”: la trovi in ospedale come Pifferaia Magica, mentre regala sorrisi nei corridoi dell’onco-ematologia pediatrica, e nelle Case come Trilly, quando la giornata si avvicina alla sera e le famiglie si ritrovano a condividere momenti di quotidianità.

In questo estratto dal diario dei volontari Pifferai, ci racconta cosa significa per lei stare accanto ai bambini e ai loro genitori, tra piccoli gesti, sguardi che parlano più di mille parole e ricordi che restano nel cuore.

 

Avevo dimenticato, già da un po’ di tempo, cosa significasse vivere la casa.

Oggi esco un po’ dai soliti schemi e, invece del turno in ospedale, vi condivido le mie riflessioni dopo i turni in Casa.

Avevo dimenticato… il profumo del pane appena sfornato, il sapore della pizza calda che “non puoi non assaggiare perché lievitata da più di 24 ore e digeribilissima”, secondo la mamma cuoca. Ma soprattutto perché l’ho vista impastare con amore, seguendo su WhatsApp il suo bimbo in stanza con la febbre, e mi ha mostrato le foto di quando lui stava bene. Nel suo sguardo, la speranza che tutto torni come prima.​

Avevo dimenticato lo sguardo di ghiaccio di due genitori, che sembrava dire “stai alla larga da noi”, ma che poi si è sciolto quando mi hanno vista giocare con la loro bimba. Alla fine del turno, quel muro si è trasformato in un sorriso e in un abbraccio caloroso.​

Avevo dimenticato la voce commossa di chi confessa di essere venuto per “l’ultimo tentativo”. Parole piene di speranza, ma uno sguardo assente che lascia intravedere un dolore profondo.​

Avevo dimenticato i giochi, le risate, i litigi dei bambini che corrono nel salone, quasi a volerci ricordare che la vita va avanti nonostante tutto. E che, in fondo, “per volare bastano pensieri felici”.​

Chissà … forse ho scoperto la mia natura “bipolare”: volontaria Trilly in casa e Pifferaio in ospedale? O forse ho solo visto due facce della stessa medaglia … due luoghi diversi, due realtà che si intrecciano.

Le parole di Mara Pia ci ricordano l’importanza del volontariato e il valore dell’accoglienza offerta da Peter Pan. Se desideri saperne di più sulle nostre attività o unirti a noi come volontario, visita la nostra pagina dedicata al volontariato e continua a seguirci per leggere altre storie dai diari delle équipe dei volontari di Peter Pan.

Condividi con gli amici

Tutte le news