I gliomi delle vie ottiche sono dei tumori a lento accrescimento che colpiscono elettivamente le vie visive e il chiasma ottico
Di Monia Sangermano –
Un team di ricercatori del Policlinico A. Gemelli e dell`Università Cattolica del Sacro Cuore nella sede di Roma hanno mostrato l`efficacia di un collirio nel riparare in parte i danni alla vista in pazienti affetti da gliomi delle vie ottiche, un tumore che può portare a cecità. Si tratta di un medicinale che ha come base un fattore di crescita, il Nerve Growth Factor (NGF), scoperto dal Premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini. I risultati dello studio sono stati pubblicati oggi sulla rivista Brain, e ad essi sono giunti gli Istituti di Pediatria, di Oculistica, di Radiologia e di Neurochirurgia dell`Università Cattolica del Sacro Cuore presso il Policlinico A. Gemelli, in collaborazione con ricercatori del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma. Nello Studio, condotto da Antonio Chiaretti (Professore aggregato di Pediatria), Benedetto Falsini (Professore associato di Oftalmologia) e Riccardo Riccardi (Professore ordinario di Oncologia Pediatrica della Cattolica), sono stati analizzati 18 pazienti con gliomi delle vie ottiche e gravi deficit visivi indotti dalla neoplasia, afferenti alla Unità Operativa Complessa di Oncologia pediatrica del Policlinico Universitario Gemelli di Roma. I gliomi delle vie ottiche sono dei tumori a lento accrescimento che colpiscono elettivamente le vie visive e il chiasma ottico, determinando a lungo termine la cecità dei pazienti per infiltrazione e compressione delle vie nervose da parte delle cellule tumorali. Attualmente non esistono terapie efficaci in grado di contrastare la malattia. Il Fattore di crescita nervoso (NGF) è stata la prima neurotrofina scoperta da Rita Levi Montalcini. Il NGF si è rivelato efficace nel favorire il recupero neuronale e la sopravvivenza dopo lesioni infiammatorie, ischemiche e traumatiche in un gran numero di modelli sperimentali e clinici. La via di somministrazione congiuntivale ha permesso di by-passare la barriera emato-retinica facilitando la penetrazione del NGF direttamente all`interno delle vie ottiche, dove sono presenti i recettori specifici per tale neurotrofina, e dove il NGF può esplicare la sua azione senza determinare alcun effetto collaterale. Inoltre, la via di somministrazione congiuntivale rappresenta un modo non invasivo, facile ed efficace, per la prima volta testato nel mondo in questo tipo di patologia.