La lotta di Martina contro il tumore e la solidarietà di Serena: solo due delle testimonianze raccolte nel volume “Svolte”
di Beppe Facchini
PARMA – Storie di chi è riuscito a guardare avanti, a rialzarsi dopo un colpo che sembrava letale, a ricominciare nonostante problemi all’apparenza insormontabili. Insomma, storie in grado di trasmettere una grandissima voglia di vivere. Ed è proprio questo l’obiettivo di «Svolte», raccolta di testimonianze incredibilmente vere presentata venerdì pomeriggio in un’affollatissima libreria Fiaccadori.
Il volume, alle stampe grazie alla casa editrice milanese GiveMeAChance e all’associazione di Collecchio «Mamma Trovalavoro», rappresenta un vero e proprio inno alla vita. E basta leggere poche pagine per rendersene conto. Si prenda, ad esempio, la storia di Martina D’Ascello, che a 16 anni ancora da compiere dimostra carattere da vendere. Un paio d’anni fa la sua vita è cambiata nel giro di pochissimo tempo, quello necessario per capire che uno strano mal di testa sofferto in una giornata di scuola qualunque era in realtà un terribile tumore al cervelletto. «Sembrava un incubo, ma era tutto vero», scrive Martina, prima spaventata e sconvolta dalle lacrime disperate della mamma, poi in grado di reagire contro un male terribile, che però non è riuscito a piegarla. «Continuo a combattere, ad andare avanti», ha ricordato a tutti durante la presentazione, Martina, giovane donna in grado di far commuovere anche volontari e personale del reparto di Oncoematologia pediatrica di Parma accorsi in libreria. Gli stessi che le sono accanto da quando ha iniziato a lottare e che le hanno dato una mano per la registrazione di un video che ha fatto il giro del web in pochissimo tempo.
Un video che ha trasformato il reparto nel set di una clip musicale sulle note di «Stronger», della popstar Kelly Clarkson. «Stronger» vuol dire «più forte», proprio come si sono dimostrati tutti i protagonisti di «Svolte». Compresa l’altra testimone parmigiana nel volume, Serena Schianchi. La sua associazione, ColoriAmo, cerca di dare una possibilità di svago ai bambini ricoverati nello stesso reparto del Maggiore attraverso l’arte della vetrofania, disegni su pellicola adesiva. E tutto nasce da una visita medica, senza brutte sorprese, per suo figlio. «Ma cosa provano genitori meno fortunati?», si chiede dopo quel sospiro di sollievo, Serena, che comincia così a frequentare il reparto di Oncoematologia, trasmettendo ai più piccoli la passione per la vetrofania. Anche i più diffidenti, come Alessio, che 4 anni fa si è dovuto però arrendere alla malattia. Lui non c’è più, ma il suo ricordo resta. Lo stesso che ha dato a Serena la forza di trovare la svolta per una vita al fianco di chi ne ha più bisogno.