TARANTO – Si chiude con un altro dato – l’ennesimo e se possibile il più sconcertante – la “XVIII Riunione scientifica annuale Airtum” tenutasi a Taranto, all’interno dell’ex caserma Rossarol: il triennio 2006-2008 mette in evidenza nella città di Taranto un eccesso di tumori infantili del 30% rispetto al valore medio regionale.
Il numero dei casi inclusi in questo lasso temporale e per tutta la regione è 198. Con queste cifre, le indagini sono soggette a variazioni repentine ma l’eccesso a Taranto è statisticamente significativo perché l’intervallo di confidenza è saliente. In statistica, quando si stima un parametro, la semplice individuazione di un singolo valore è spesso non sufficiente. È opportuno allora accompagnare la stima di un parametro con un intervallo di valori plausibili per quel parametro, che viene definito appunto intervallo di confidenza.
«Quando si parla di tumori infantili bisogna avere molta cautela, in tutta la Puglia abbiamo riscontrato 198 casi in tre anni e questo può essere un primo esercizio di stima dell’incidenza registrata nella regione – afferma Lucia Bisceglia, coordinamento operativo Ares – questa è un’attività che incomincia a dare dei risultati e dei confronti geografici che meritano attenzione. A Lecce il tasso è più basso, a Brindisi e Bat rispetto alla media regionale è più alto ma non sono statisticamente significativi perché i numeri sono così bassi da non escludere che siano effetto del caso».
In Puglia la registrazione dei tumori è in corso da oltre tre anni. Tutto il personale ha fatto corsi di formazione Airtum. Lecce (2003-2006) e Taranto (2006-2008) sono registri accreditati. BAT e Brindisi hanno completato la revisione della casistica 2006-2008, la città di Bari la casistica 2006. L’obiettivo di questo lavoro è calcolare i primi dati di incidenza dei tumori maligni in età 0-14 della Puglia, anni 2003-2008.
Il focus sull’incidenza dei tumori maligni infantili in Puglia è stato presentato dalla dottoressa Cannone e ha evidenziato come per Taranto, invece, quei dati siano significativi. «L’attività deve essere proseguita con rigore ma ci vuole del tempo – prosegue Bisceglia una delle critiche per il registro tumori è il tempo impiegato dagli operatori e i dati obsoleti. Ma per comprendere la scrupolosità di certe statistiche, basti pensare che in questo caso sono stati presi in considerazione le singole cartelle cliniche, i referti istologici, tutti gli interventi subiti dai bambini». (di Alessio PIGNATELLI)