“Quasi un bambino su due con malattia oncologica non riceve diagnosi e potrebbe perdere la vita senza ricevere alcun trattamento”.
A lanciare questo allarme il professor Zachary Ward dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, tra gli autori di un recente studio, pubblicato su The Lancet, dal titolo Estimating the total incidence of global childhood cancer: a simulation-based analysis.
Queste cifre, che riguardano i bambini malati di cancro nel mondo, diventano ancora più intollerabili se soffermiamo la nostra attenzione su ciò che accade in Africa e nei paesi più poveri.
Che succede in Africa:
In Africa solo il 30% dei bambini malati di cancro riesce ad avere accesso alle cure, rispetto all’80% dei piccoli pazienti che vivono nel mondo occidentale.
Il numero preciso di casi di cancro è difficile da ottenere perché la maggior parte dei paesi africani non possiede registri di tumori. Nell’Africa occidentale, ad esempio solo Mali e Cameron hanno documentazione dei casi di cancro infantile.
“Poiché molti bambini non hanno accesso alle cure primarie, ovviamente non hanno accesso neppure a quelle oncologiche e pertanto muoiono senza una diagnosi” dice Zachary Ward, co-autore dello studio pubblicato lo scorso 26 febbraio sulla rivista The Lancet Oncology.
In Italia sono presenti associazioni di volontariato che promuovono campagne di sensibilizzazione e prevenzione in Africa e nei paesi poveri dell’Europa dell’Est. In Ruanda ed Uganda operano in prima linea i volontari di AFRON, Oncologia per l’Africa Onlus. Collaborano con i progetti di AFRON anche i volontari di Soleterre-Strategie di Pace Foundation, una ONG italiana impegnata nella lotta ai tumori infantili nei paesi poveri, e quelli di ALCLI Giorgio e Silvia di Rieti.
Per saperne di più: Articolo di Nature
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