Solo dopo che è venuto alla Casa di Peter Pan e ci è venuto a presentare il suo “progetto per noi”.
Ci presentiamo. E’ cordiale e solare. Si entra subito in sintonia e Monica, la sua assistente perpetua , lo sostiene in tutte le sue iniziative, sia di lavoro che…filantropiche!
Però è un uomo che, nonostante la sua innata semplicità, incute un po’ di soggezione per la determinazione con cui espone le sue idee, le sue passioni, i suoi obiettivi e i suoi traguardi. Nonchè le sue sconfitte.
“Presto avrò 50 anni, ma non ho voglia di sprecare tempo e denaro. Non voglio fare la solita festa triste dove ognuno pensa a sè o al limite a fare un “bel regalo“. C’ho pensato bene: il mio più “bel regalo” è aiutare questi bambini e quindi la vostra Associazione. Le cose stanno così: io amo cantare. Dopo mia moglie e i miei figli, è la mia passione. In casa siamo tutti appassionati di canto. Organizzo delle serate che hanno come tema “Si fa presto a dire anni ’70“. Ogni volta è prevista la cena e tutto l’incasso andrà a Peter Pan. Poi ci sarà una serata conclusiva, giorno del mio compleanno, appunto, in cui pubblicamente diremo “quanto grande sarà stato questo regalo” e in quale misura, quindi, avremo contribuito alla realizzazione di questa Grande Casa”.
Noi eravamo tra lo stupito, il basito e l’entusiasmato! Ne sentiamo tante!!
E ci siamo affidati (come ama dire lui…) a quest’uomo così docile ma intraprendente. Ed è iniziata questa avventura. Un’avventura fantastica!
Siamo stati a Napoli a seguirlo la prima volta ed è stato un successo clamoroso.
Perché quello che propone Massimo (con la valente e strepitosa sorella Giulia) è qualcosa di davvero originale. E non te lo aspetti!
Non è il “solito bravo cantante”.
“Si fa presto a dire anni ‘70” è un vero e proprio salto nel passato tra musica, immagini, racconti, battute e ricordi che suscitano emozioni che credevi aver dimenticato per sempre. Due ore e mezza di fiato dedicato all’amore per la vita, per la musica e per un vissuto che non deve essere smarrito, ma, anzi, rivalutato.
In uno dei suoi interventi (scritto, se non ricordo male, nel 2008) nel suo Blog, rispetto alla vita e alle esperienze che ci invita ad affrontare, leggiamo queste parole che per noi di Peter Pan e per chi ci conosce da tempo, hanno un grande significato:
“Immaginiamo uno scenario semplice: tre elementi, il porto, la nave, il mare.
Il porto sono le nostre sicurezze acquisite (LE NOSTRE CASE) alle quale siamo più o meno ancorati saldamente con le nostre radicate convinzioni ed i nostri retaggi sociali.
La nave siamo chiaramente noi (PETER PAN). Il mare (LA VITA, E NEL NOSTRO CASO, LA MALATTIA) rappresenta la vita con le sue certezze ed incertezze con i suoi venti e le sue maree ed i repentini cambiamenti da affrontare altrimenti il rischio di affondare sarebbe sempre alle porte di ogni “perturbazione”.
Noi siamo certi che nulla avvenga per caso, neppure l’incontro con Massimo che, oltre ad aiutarci materialmente nella ricostruzione della Grande Casa, ci offre ogni volta un’occasione per dire grazie alla vita! E noi di Peter Pan rispondiamo in coro: GRAZIEEEE MASSIMOOOO!!!
Stefania De Angelis