CHIGAGO – Il vaccino terapeutico per il trattamento del tumore al polmone si e’ dimostrato in grado di ridurre di un quarto il rischio nei pazienti di ricomparsa della malattia, dopo l’ intervento chirurgico di asportazione della massa tumorale. Il dato e’ stato presentato al congresso dell’Associazione Americana di Oncologia Clinica (Asco), che si chiude oggi a Chicago, e indica che la sperimentazione del vaccino per questa neoplasia sta procedendo positivamente.
Al congresso sono stati infatti presentati i risultati dello studio di fase due, condotto su 122 pazienti seguiti per 28 mesi: dalla sperimentazione e’ emerso che il trattamento con l’immunoterapia consente di ridurre del 27[%], rispetto al gruppo di pazienti trattati con placebo, il rischio di recidive.
Sulla base di questi dati ”estremamente incoraggianti”, hanno sottolineato gli esperti, sta per partire uno studio di fase tre su 2.270 pazienti, sempre operati per tumore polmonare. L’obiettivo sara’ quello di valutare l’ intervallo temporale libero da malattia.
Il vaccino agisce aumentando le difese specifiche dell’organismo contro un antigene tumorale (mage A3) presente nel 35[%]-50[%] dei casi di questa neoplasia. L’ antigene fa da ‘segnalatore’ e guida cosi’ le unita’ difensive dell’ organismo contro le cellule tumorali che lo evidenziano. I risultati positivi della sperimentazione sono un grande passo avanti secondo gli specialisti: ”Questo approccio rappresenta una svolta importante nel trattamento del cancro al polmone – ha affermato James Endowed della University of Colorade Cancer Center – e credo che questi siano solo i risultati preliminari di cio’ che potremo vedere in seguito”. Parlano di risultati promettenti anche gli oncologi italiani, che pero’ invitano alla prudenza: ”La strada dei vaccini – ha detto Pierfranco Conte, dell’ universita’ di Modena-Reggio Emilia – e’ forse quella definitiva per alcune forme tumorali, ma il dato emerso va preso con cautela, anche se dal punto di vista biologico conferma che e’ possibile sviluppare una immunita’ specifica antitumorale. E’ chiaro – ha aggiunto – che uno studio piu’ ampio, gia’ peraltro pianificato, dovra’ dimostrare che l’ attivita’ antitumorale che si riesce a sviluppare con i vaccini si traduce poi in un effettivo ridotto rischio di sviluppare il tumore. E’, per il momento, una speranza, diventata ragionevole alla luce di questi dati”. Inoltre, ha aggiunto Angelo Di Leo, dell’ Istituto Toscano Tumori, ”e’ importante sottolineare che non si tratta di uno standard terapeutico, ma per ora e’ solo una promessa che necessita di essere validata con uno studio piu’ ampio su migliaia di pazienti, gia’ in cantiere, e che richiedera’ qualche anno prima di dare risultati”. Insomma, ha commentato Di Leo, ”e’ un dato apripista, ma ci vuole sempre la massima cautela per evitare che da domani i pazienti si presentino in ospedale aspettandosi un vaccino contro il cancro al polmone”.
Secondo l’ Oms, i nuovi casi di tumore al polmone nel mondo sono circa 1,2 milioni l’ anno e i decessi, solo in Italia, raggiungono quota 35 mila ogni anno. Il fumo di sigaretta e’ tra i principali fattori di rischio in otto casi su dieci.
Dicembre 2024
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