PALERMO – Si apre nel segno dell’ottimismo il congresso nazionale degli oncologi di Palermo: i dati di uno studio dell’istituto tumori di Milano appena pubblicato e che ha esaminato i registri tumori della penisola, la mortalita’
globale per queste malattie, sia nell’uomo che nella donna e’ diminuita tra il 20 e il 25 per cento dal 1970; ma i nuovi casi di malattia tendono ad aumentare nella donna (7[[%]] l’anno) per il cancro al seno e il tumore al polmone; mentre per l’uomo sono diminuiti globalmente di circa il 30[[%]] anche se aumentano singolarmente quelli alla prostata e al colon.
Si tratta di cifre che ”premiano un percorso di diagnosi precoce e cure appropriate – ha sottolineato il presidente dell’Aiom Emilio Bajetta – e che segnano un aumento della sopravvivenza dei malati”. ”Questa riduzione – ha sottolineato il ministro della salute Livia Turco – e’ senza dubbio ”un successo del nostro sistema sanitario, dei suoi professionisti e del mondo della ricerca. Tuttavia esiste ancora una disuguaglianza geografica: Una donna del Sud ha una probabilita’ di sopravvivenza da un tumore significativamente inferiore ad una donna del Nord. Non possiamo tollerare il permanere di queste diseguaglianze nel trattamento
e nella prevenzione”.
Un segnale di inversione di tendenza viene non solo dall’aumento delle donne del sud che aderiscono ai programmi di screening ( dal 10 al 60[[%]] nell’ultimo anno e mezzo) ma anche dalla diminuzione dei viaggi della speranza all’estero: nel 1995 erano 5.523 gli italiani che sceglievano di curarsi oltralpe chiedendo l’autorizzazione alla propria Asl, dieci anni dopo, nel 2005 sono stati 559, il 90[[[%]]] in meno.
Ma c’e’ un capitolo che preoccupa oncologi, amministratori di ospedali asl e politici: e’ il costo dei farmaci innovativi; un sondaggio su 1000 specialisti presentato al congresso dice che molti si sentono limitati nella prescrizione dei medicinali di ultima generazione per i limiti di bilancio imposti; come dire che si potrebbero non offrire a tutti le armi migliori di lotta alla malattia.
Ma su questo il ministro Turco e’ stato chiaro: ”Nessuna valutazione di tipo finanziario, autorizza chicchessia a non erogare una terapia oncologica appropriata sulla base delle linee guida. Dunque niente equivoci – ha ribadito il ministro – anzi invito gli oncologi a segnalare i casi ove una tale omissioni di assistenza dovesse verificarsi al fine di adottare immediatamente i provvedimenti del caso che si configurerebbero come una vera e propria omissione di soccorso”.
Infine sempre sulla strada del contenimento dei costi in un’ottica di garantire ai malati i medicinali piu’ moderni ed efficaci, dal ministero viene un annuncio di un modello apripista in Ue: per i primi due cicli di terapia il prezzo dei nuovi farmaci antitumorali di ultima generazione viene pagato al 50[[%]] dal Servizio sanitario nazionale e per il 50[[%]] dall’industria farmaceutica secondo il principio della condivisione del rischio
e del costo tra sanita’ pubblica e aziende farmaceutiche.
E’ la nuova strada concordata tra l’associazione degli oncologi, l’Agenzia italiana del farmaco e Farmindustria secondo il quale solo i malati che rispondono ai trattamenti, questi vengono continuati a completo carico del servizio sanitario nazionale.
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