Tumori: l’esperto su farmaci innovativi, costano quanto un chilo di diamanti

MILANO – L?ALLARME, ENTRO 10 ANNI SSN NON SARA? PIU? IN GRADO DI
SOSTENERE SPESE
Prezzi d?alta gioielleria per gli anticancro intelligenti. E? la deriva di un mercato difficile.  Sulle molecole di nuova generazione le case farmaceutiche investono milioni di euro in ricerca scientifica che poi vengono scaricati sulle poche unit? di prodotto vendute. Risultato: farmaci che costano come diamanti e servizi sanitari nazionali sull?orlo del collasso entro 8-10 anni. E? lo scenario delineato da Alessandro Rampa, direttore sanitario della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano che oggi, in occasione della presentazione di un libro sulla famiglia dei carcinoidi, lancia l?allarme: ?Anche qui in Italia il Ssn non sar? più in grado di sostenere la spesa. I farmaci innovativi hanno prezzi sempre più alti, bisogna correre ai ripari?.
Un esempio? ?Due molecole attualmente in uso all?Int di Milano che – rivela Rampa – costano 7milioni di euro al chilo. Poco meno, cio?, di un chilo di diamanti, attualmente valutato intorno ai 10 milioni di euro?. Farmaci ?salvavita? per pazienti affetti da alcuni tumori. In un caso si tratta di fiale da somministrare prima del trapianto di midollo: un ciclo di quattro comporta una spesa di 40 mila euro a paziente. Nell?altro, la molecola viene ricavata da un mollusco e si usa per la terapia del dolore. Il rovescio della medaglia di cure sempre più mirate, a beneficio di categorie sempre più ristrette di malati, ? quello di veder schizzare i prezzi alle stelle, sottolinea Rampa.
?Indipendentemente – precisa – dalla complessit? dei meccanismi d?azione e dagli effettivi costi di produzione. In molti casi, infatti, i farmaci in questione sono ?poveri??. Rampa, a sostegno della sua tesi, chiama in causa uno studio del Regno Unito: ?L?allarme sulla sostenibilit? economica delle nuove cure per i servizi sanitari nazionali – dichiara – ? stato lanciato proprio dagli studiosi d?Oltremanica che hanno collocato fra i sistemi a rischio quelli di Inghilterra, Italia e Canada?. Una previsione sul lungo periodo, 8-10 anni, che per?, spiega l?esperto, desta preoccupazione: ?Non possiamo chiudere gli occhi – sottolinea – dobbiamo fare delle scelte al più presto. Affinch? questa nuova sfida non ci colga impreparati?. Una strada gi? imboccata dal servizio sanitario britannico che, conclude Rampa, ?dichiara di essere pronto a inaugurare un?attivit? di monitoraggio nazionale, per dare il via libera a investimenti mirati?.

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