La proposta, da banche prestiti d’onore a giovani malati di cancro

ROMA – Sostenere i giovani che si ammalano di cancro con prestiti d?onore, per permettere loro di curarsi adeguatamente, senza l?assillo economico, e con la possibilita? di ricostruire la loro vita dopo la terapia. Un impegno che potrebbero assumere le banche, o altri enti privati, anche prevedendo forme assicurative sui conti correnti dei clienti di eta? compresa tra i 14 e i 40 anni. E? la proposta del professor Giuseppe Leone, direttore dell?Istituto di ematologia dell?Universita? Cattolica di Roma, organizzatore del convegno ?I tumori ematologici nell?adolescente e nel giovane adulto?, in corso nell?ateneo capitolino. Leone ha sottolineato come le patologie oncologiche – in particolare linfomi e leucemie – rappresentino la causa naturale piu? frequente di morte ma anche motivo di impedimento a studio, lavoro o sport tra i 14 e i 40 anni. Anche se, in questa fascia di eta?, le possibilita? di recupero sono di molto superiori a quelle degli anziani. ?I giovani, seppure in percentuali diverse per le singole malattie, guariscono nella maggior parte dei casi. E anche per questo, la societa? ha tutto da guadagnarci, aiutandoli a riprendere la propria vita e professione dopo le terapie?. L?appello e? rivolto soprattutto alle banche perche? ?e? chiaro che lo Stato, oltre a garantire l?assistenza sanitaria – sottolinea l?esperto – non puo? assumersi tutti gli oneri?. Ma l?ematologo ?tranquillizza? i privati sull?opportunita? dell?investimento: ?in generale – continua Leone – l?incidenza dei tumori giovanili, che sono soprattutto ematologici, e? bassa ed e? ancora piu? ridotta l?eventualita? che un giovane si ammali in maniera molto grave. Impegnarsi a dare, in questi rari casi, un prestito d?onore al giovane cliente sfortunato non e? impossibile?. Si potrebbero poi trovare – aggiunge – anche formule assicurative, con il pagamento di pochi euro l?anno sul singolo conto corrente, che renderebbe il prestito ancora meno oneroso. ?Le forme tumorali piu? diffuse – precisa ancora l?esperto – hanno davvero un alto tasso di guarigione: si guarisce nell?80[%] dei casi di linfomi Hodgkin e si arriva fino al 60[%] in quelli non Hodgkin. Ma, se consideriamo anche le nuove terapie, possiamo senza dubbio, aggiungere un ulteriore 20[%] di sopravvivenza?, spiega.Fondamentale, dunque, per i giovani che si ammalano di tumore, il sostegno affinche?, dopo la cura, possano ricostruire la loro vita, non solo al lavoro. Nel corso del convegno romano, infatti, si e? parlato anche delle possibilita? di preservare la fertilita?, messa a rischio dalle cure chemioterapiche. Federica Sora?, ematologo dell?Universita? Cattolica, ha ricordato che, per gli uomini, e? possibile crioconservare il seme, in maniera gratuita a carico del Ssn, nelle diverse banche presenti sul territorio italiano, rintracciabili anche su Internet. E? necessario pero? che il paziente sia adeguatamente informato e motivato, anche perche?, di fronte a una diagnosi di tumore, soprattutto in eta? molto giovanile, non sempre i pazienti o i genitori ritengono la conservazione del seme una priorita?. Compito dell?oncologo, quindi, dare le informazioni giuste. Piu? sensibili all?argomento sono le donne, che si informano maggiormente, e che possono conservare il tessuto ovarico, per un successivo reimpianto post-cura.

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