VARESE – Avevano sottoposto una bambina di dieci anni a intervento chirurgico per un tumore al cervello che non aveva. Dieci giorni dopo l’operazione, al termine del primo ciclo di chemioterapia, all’Istituto Tumori di Milano si resero conto dello sbaglio: quello che fu ritenuto tumore era in realta’ una rara malattia. Tuttavia il comportamento dei quattro medici dell’ospedale di Circolo di Varese sarebbe stato corretto e non censurabile, cosi’ come stabilisce la perizia del Professor Vito Romanazzi, nominato dal Giudice. A processo per lesioni colposi sono finiti 2 neurochirurghi e 2
anatomopatologi su richiesta del Pm Massimo Politi. La piccina, residente a Gavirate (Varese) fu ricoverata nel giugno 2005. Il Neurologo Carlo Scamoni la sottopose a risonanza magnetica che evidenzio’ la presenza di quello che fu ritenuto un tumore ad altissima malignita’ e si opto’ per l’intervento, dopo che la diagnosi fu confermata da una seconda visita compiuta dal Professor Giustino Tomei. La massa premeva il cervello, determinando una pressione endocranica che poteva essere letale nel giro di pochi giorni. Durante l’intervento l’anatomopatologa Cristina Riva, compi’ un esame istologico ‘estemporaneo’ che, secondo l’accusa, diede risultati contrastanti, pur non smentendo la prima diagnosi. Infine, a intervento riuscito, 8 giorni dopo, anche un altro anatomopatologo, il professor Michele Cerati, confermo’ il tumore definito ‘glioblastoma di quarto grado’. La bimba fu poi portata a Milano per il primo ciclo di chemio e qui furono compiuti ulteriori esami inviando a Roma i ‘vetrini’, presi in consegna dal Professor Felice Giangaspero che scopri’ il clamoroso sbaglio. Quello che si credeva tumore era una rara forma di ‘placca unica gigante demielinizzante curabile farmacologicamente’. Frutto avvelenato di una malattia rarissima, che per alcuni aspetti degenerativi, viene paragonata alla sclerosi multipla. L’intervento, pero’, ha causato danni permanenti alla bimba che ha ora difficolta’ di deambulazione, di vista e di movimento alla mano destra. Secondo il perito del Giudice ‘i medici varesini non potevano prevedere che quella massa fosse una placca demielinizzante anche perche’ si tratta di una malattia che colpisce statisticamente 3 persone su 1 milione, con una letteratura scientifica che annovera solo 4 casi in Italia, a Roma, nessuno tra i bambini, e tutti scambiati per tumori e operati con quella stessa diagnosi. Sentenza il 16 luglio.
Dicembre 2024
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