ROMA – Il momento felice della giornata per molti lavoratori ? l’ora dell’aperitivo: la moda dell’happy hour, nata in Gran Bretagna, da qualche anno spopola anche in Italia, soprattutto nella ‘Milano da bere’, dove fioccano bar e iniziative che girano attorno a questo momento della giornata. Ma la cosiddetta ‘ora felice’ pu? anche impensierire. L’alcol in grandi quantit? e a portata di portafogli pu? anche essere causa di un aumento di consumi tra i giovani: secondo l’Osservatorio nazionale sull’alcol, infatti, il 7[%] di loro ormai ne abusa almeno una volta a settimana e il primo approccio alle bevande alcoliche si ? abbassato a 10-11 anni. Per frenare il consumo di alcol scende in campo il gastroenterologo Nicola Caporaso dell’Universit? di Napoli che mette in guardia sui pericoli di questa ‘cattiva’ abitudine: "L’analisi dell’Istituto superiore di Sanit? dice che 3 ragazzi
su 4 tra 16 e 25 anni bevono alcolici. Se si abbassa l’et? a 15 anni, un anno in meno del limite di legge per poterli acquistare, i dati non cambiano: beve il 67[%]. Il problema ? prosegue l’esperto – ? sia sociale che medico: negli adolescenti l’alcol viene metabolizzato con maggiore difficolt? e i danni al fegato ed al sistema nervoso sono maggiori che negli adulti. Cos? si facilita l’insorgenza di malattie del fegato, come la steatosi (o fegato grasso) e la steatoepatite che, nel corso degli anni, possono trasformarsi in cirrosi ed epatocarcinoma". Per l’Organizzazione mondiale della Sanit? fino ai 20 anni non bisognerebbe bere più di un bicchiere di vino, prima di allora infatti ? minore la capacit? di metabolizzare l’alcol. "Lo stile di vita e le modalit? con cui ci si avvicina all’alcol (bevute quotidiane e lontane dai pasti), fumo e malnutrizione sono fattori altrettanto importanti nel determinismo del danno epatico", avverte il gastroenterologo, per il quale "un consumo superiore agli ottanta grammi al giorno, per dieci anni, aumenta di cinque volte il rischio di cancro del fegato. Un ruolo lo svolgono anche il sesso e l’et?: l’attivit? dell’alcol-deidrogenasi, infatti, risulta significativamente ridotta nelle donne giovani ed in quelle con più di sessant’anni. Negli uomini, invece, ? del 50[%] in meno nella fascia che va dai 60 agli 80 anni". La cirrosi poi, secondo Caporaso, pu? essere fatale: "La sopravvivenza a cinque anni delle persone affette da cirrosi ? del 90[%], ma scende al 70[%] se il paziente continua ad assumere alcol e, addirittura, al 30[%] se quello stesso soggetto ? scompensato".
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