Fonte: corriere.it
Data: 23 giugno 2011
Titolo: Radio Vaticana, i residenti insistono «correlazione tra onde e malattie»
Il comitato attende le motivazioni della sentenza definitiva. E Il Vaticano promette riduzione emissioni
ROMA – Le motivazioni della sentenza definitiva del primo processo (quello per “getto pericoloso di cose”) potrebbero sbloccare anche il secondo e più importante procedimento per omicidio colposo (cinque indagati tra cui responsabili dell’emittente della Santa Sede). Questa è la speranza dei comitati di residenti che stanno combattendo da tempo contro l’inquinamento elettromanetico della zona di Cesano. «Vogliamo continuare a far sentire la nostra voce perchè Radio Vaticana vada finalmente via dalla nostra vita» dice Agnese Otgianu del Comitato Roma Nord e madre di Giulia, una bimba morta di leucemia dieci anni fa.
RASSICURAZIONI – Padre Federico Lombardi, ex direttore di Radio Vaticana dal 1990 al 2006, ha affermato in un’intervista in esclusiva a Corriere.it che le emissioni radio del centro di Santa Maria di Galeria si ridurranno gradualmente, fino a interrompersi del tutto quando le nuove tecnologie digitali lo permetteranno. Ma le rassicurazioni del Vaticano non fanno breccia tra i comitati: “Bambini senza onde” e il Comitato Roma Nord continuano a raccogliere segnalazioni di nuovi casi e hanno consegnato alla magistratura 23 cartelle cliniche di persone colpite da leucemia nella zona. Pochi giorni fahanno anche disegnato una mappa per mettere in correlazione l’inquinamento elettromagnetico con l’incidenza dei tumori.
«LA CAUSA DI TUTTO» – Se, dal punto di vista giuridico, il nesso tra esposizione alle onde e leucemia non è ancora stato provato (e Radio Vaticana continua negarlo in maniera categorica attraverso perizie e controdeduzioni), i comitati hanno subito puntato il dito contro le antenne. «E’ stato difficile per noi. Sulle cartelle cliniche ovviamente non c’era scritta la causa della leucemia, né i medici potevano in alcun modo affermare una correlazione – spiega Augusto Rossi, cofondatore di Bambini Senza Onde e padre di una bambina malata – C’era solo uno studio epidemiologico della Regione Lazio che aveva riscontrato un alto molto livello di leucemie infantili soprattutto, un livello enormemente superiore alla media nazionale. E quando si è ammalata Flavia, c’erano ben tre bambini nella sua stessa scuola già colpiti da leucemia». «Mia figlia veniva sottoposta a forti cure di cortisone e cicli di chemioterapia: terapie davvero pesanti che neanche io, oggi a cinquant’anni, credo che sarei riuscita a sopportare» ricorda Agnese Otgianu. Dopo la morte della bambina, i genitori hanno deciso di restare nella stessa casa: «Noi avevamo due possibilità: o cambiare casa, città e andarcene via con il nostro dolore, oppure rimanere qui e lottare per salvare la vita di tante altre persone».
PERIZIA MICHELI – Alcuni esperti citati dai comitati di abitanti, però, ritengono che l’inquinamento elettromagnetico nella zona sia ancora altissimo. E la perizia del dottor Andrea Micheli – richiesta dal gip il 31 luglio 2006, nell’ambito del procedimento penale bis, quello per omicidio colposo plurimo – suggerisce la presenza di «un’associazione importante, coerente, significativa» tra «l’esposizione residenziale all’emittente e l’eccesso di rischio di morte per leucemia». Allo studio di Micheli si ispira Bomba Atomica, il libro libro-inchiesta scritto dal giornalista Alessio Ramaccioni e Francesca Romana Fragale, penalista che segue la vicenda dall’inizio. «Quella di Micheli è una perizia terza, non di parte – spiega Ramaccioni – e dopo un lavoro di quattro anni ha concluso nero su bianco che i 196 casi di leucemia riscontrati nella zona sono da riferire esclusivaente all’esposizione”». E aggiunge: «Il nostro è il primo libro che, in più di 15 anni, ha avuto il coraggio di affrontare la questione». Carlotta De Leo
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