(ANSA) – MILANO, 19 GEN – Oggi oltre il 70% di tutti i bambini che hanno in tumore guarisce completamente e per la maggior parte di essi la malattia resta solo un brutto ricordo. Ma c’e’ una quota di questi bambini che a 10-20 anni dalla guarigione incontrera’ un problema di salute, non legato al vecchio tumore, ma al trattamento ricevuto per guarire. Al problema l’Istituto Tumori di Milano e l’ Ospedale San Gerardo di Monza, alleati nel gruppo di cooperazione scientifica MiMoSA (Milano-Monza Scientific Alliance) hanno dedicato un convegno di due giorni: ‘Quali cure dopo la guarigione’. I fattori in gioco sono seri, come spiegano gli esperti: negli adulti che da bambini sono stati sottoposti a irradiazione totale del corpo la prevalenza del diabete e’ quasi doppia. E’ frequente anche la sindrome metabolica (fattore di rischio per le malattie cardiovascolari) in coloro che sono stati guariti da tumori cerebrali, sarcomi, linfomi, tumori del testicolo, o che sono stati sottoposti a trapianto di midollo. In tutti questi, dopo i 30 anni aumenta il rischio cardiovascolare. Anche la chemioterapia ha mostrato di essere cardiotossica, per cui molti ‘ex bambini guariti’ sono ora a rischio di ipertensione arteriosa. In particolare, coloro che da piccoli sono stati trattati con le antracicline mostrano ad anni di distanza pareti cardiache piu’ sottili e massa cardiaca inferiore (piu’ le donne). Un altro apparato colpito e’ quello polmonare: in particolare, la radioterapia, soprattutto se combinata con chemioterapia, e’ fattore di rischio importante per lo sviluppo di alterazioni della funzionalita’ respiratoria e per la fibrosi polmonare. Ma problemi possono anche esserci per la tiroide, i reni, per le performance intellettuali, per l’infertilita’. ”Se pero’ ci pensiamo per tempo – commenta Andrea Biondi, direttore Clinica pediatrica Universita’ di Milano Bicocca – i piccoli malati di oggi avranno un futuro migliore. Noi oggi vediamo le malattie nei bambini trattati 20 anni fa. Ma oggi le cure sono meno invasive di un tempo, le radiazioni sono piu’ mirate, le dosi chemioterapiche piu’ blande. In piu’, teniamo sotto controllo per anni tutti i bambini guariti e, a seconda del rischio che corrono per il trattamento subito, cerchiamo di prevenire il problema. Ma in modo soft, senza far sentire i bambino, gli adolescenti come dei malati a vita”. (ANSA).
Dicembre 2024
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