Dolori ossei o muscolari, stanchezza, anemia e mal di testa che non passa devono indurre un giovane a effettuare indagini più approfondite. L’intervento della Fondazione Veronesi per sostenere la ricerca in oncologia pediatrica
di Fondazione Umberto Veronesi
Sono esposti ai tumori quanto i bambini, ma molto meno tutelati. Gli adolescenti che s’ammalano di un cancro rappresentano un problema anche italiano. Sono all’incirca mille ogni anno i ragazzi che sviluppano una neoplasia a cavallo tra le scuole medie e superiori. Non una cifra eccessiva, ma nemmeno così irrilevante da passare sotto traccia. Se di tumori pediatrici si sente parlare spesso, in pochi si preoccupano degli adolescenti. Il risultato di questo atteggiamento va a toccare i gangli più intimi della salute, con tassi di guarigione più bassi rispetto a quanto non si registri tra i bambini.
I tumori pediatrici e degli adolescenti presentano caratteristiche biologiche e cliniche diverse dai tumori dell’adulto. L’adolescenza marca il passaggio da età infantile a età adulta ed è caratterizzata dalla pubertà e dalla maturazione di organi e tessuti. I tipi di tumore che insorgono in questa fascia d’età hanno quindi una distribuzione caratteristica diversa sia da quella dei bambini sia da quanto osservato negli adulti. L’aumento di linfomi, in particolare di Hodgkin, e di tumori delle gonadi è probabilmente legato al processo di maturazione sessuale. Come spiega nella giornata mondiale dedicata ai tumori infantili Andrea Ferrari, oncologo pediatra, coordinatore del Progetto Giovani all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e fondatore del Progetto SIAMO (Società Italiana Adolescenti con Malattie Onco-ematologiche), «i ragazzi arrivano alla diagnosi spesso tardivamente, con un ritardo che in alcuni casi arriva a 140-150 giorni. Questo perché sfuggono tanto ai pediatri quanto agli altri specialisti». I tumori più diffusi, in questa terra di mezzo dell’oncologia, sono le leucemie, i sarcomi, i tumori ossei e del sistema nervoso centrale. Come per i bambini, anche per gli adolescenti, le leucemie più frequenti sono quelle linfoidi (51%), seguite dalle leucemie mieloidi acute (25%). Tuttavia, mentre l’incidenza di leucemia mieloide acuta è simile tra adolescenti (otto per milione) e bambini (sette per milione), quella di leucemia linfoblastica negli adolescenti (15 per milione) è circa un terzo rispetto a quanto osservato nei bambini (44 per milione). Ma negli adolescenti cominciano a comparire alcuni tumori (epiteliali e non epiteliali) tipici dell’età adulta. Tra i tumori epiteliali i più frequenti sono i carcinomi della tiroide (46%), i melanomi (27%), i carcinomi della pelle (8%) e quelli del nasofaringe (5%). Diversi i sintomi a cui prestare maggiore attenzione: un dolore o una tumefazione sulla gamba privi di spiegazioni, la stanchezza, l’anemia, un mal di testa che non passa o un neo che cambia forma.
La ricerca biomedica ha fatto grandi passi avanti nella cura dei tumori pediatrici. Per poter usufruire delle migliori terapie disponibili, però, i piccoli pazienti devono essere arruolati in protocolli di cura che, rispetto alle cure standard, hanno dei costi aggiuntivi, drasticamente aumentati dal 2009 e a carico delle strutture ospedaliere. In risposta a queste crescenti difficoltà, con il progetto Gold for Kids, la Fondazione Umberto Veronesi si è impegnata nel sostenere l’avviamento dei protocolli di cura dell’oncologia pediatrica e nel promuovere l’informazione scientifica in questo ambito. È per sostenere questa iniziativa che, dall’8 al 28 febbraio, è attiva una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi con sms solidale al 45506. Il ricavato contribuirà a finanziare la cura dei tumori cerebrali pediatrici, un gruppo molto eterogeneo di malattie che, solo in Italia, interessa ogni anno tra i 400 e i 450 bambini di età compresa tra gli zero e i quindici anni. Con un sms o una chiamata da rete fissa al 45506 si potranno donare due, cinque o dieci euro per sostenere l’apertura e la gestione di un protocollo di cura per il medulloblastoma metastatico ad alto rischio biologico.
Il protocollo intende coinvolgere circa venti piccoli e giovani pazienti all’anno per sei anni, prevedendo un programma di induzione con farmaci, una successiva stratificazione dei pazienti in base alla risposta ottenuta, la suddivisione in tre diversi regimi di radioterapia e una successiva fase di mantenimento, per mettere a punto la terapia migliore per ogni paziente. Dal 2014 a oggi il progetto Gold for Kids ha consentito l’apertura di due studi clinici sulla leucemia mieloide acuta e sul linfoma di Hodgkin, e tre studi osservazionali. In particolare per il linfoma di Hodgkin è stato aperto il protocollo di cura EuroNet PHL-C2 che permetterà di arruolare e curare 80 pazienti all’anno in Italia, mentre per la leucemia mieloide acuta è stato finanziato il protocollo LAM 2013 per curare 60 pazienti all’anno per cinque anni.
Fabio Di Todaro
Fondazione Umberto Veronesi
Dicembre 2024
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