Un insieme di tre studi aggiunge nuove prove a favore di questa ipotesi. Ma servono ulteriori conferme su possibili rischi MILANO – L’aspirina (anche nota come «aspirinetta», ovvero la piccola dose quotidiana usata comunemente da tante persone per la prevenzione da disturbi cardiovascolari) può essere di notevole aiuto contro i tumori. La conferma di quanto già riportato da diverse ricerche negli anni scorsi è pubblicata sull’ultimo numero della rivista scientifica The Lancet e si articola in tre differenti ricerche coordinate da Peter Rothwell dell’Università di Oxford che sostengono l’efficacia di questo medicinale nel prevenire e sembra anche nel curare il cancro. I NUOVI STUDI – In analisi precedenti (presentate nel 2007, 2010 e 2011 sempre su Lancet) Rothwell e colleghi avevano già suggerito che dosi quotidiane di cardio-aspirina possono ridurre il rischio a lungo termine di morire per cancro, ma gli effetti oncologici a breve termine della terapia sono meno noti. Ora, in un primo studio gli autori hanno analizzato i dati derivanti da ben 51 studi condotti sulla dose quotidiana di aspirina per la prevenzione di eventi cardiovascolari come l’infarto, mentre nel secondo e nel terzo hanno valutato l’utilità del farmaco contro le metastasi. Gli esiti a cui sono giunti i ricercatori rafforzano le conoscenze scientifiche raccolte fino ad oggi (valide soprattutto per il carcinoma del colon) con altre analisi: presa a piccole dosi per almeno tre anni di seguito l’aspirina previene la comparsa di vari tipi di tumori sia nei maschi sia nelle femmine (abbattendo di un quarto l’incidenza), riduce la mortalità in misura crescente rispetto al crescere del numero di anni di terapia e abbassa della metà il rischio di sviluppare metastasi. SERVONO ULTERIORI CONFERME – «Questo non significa, però, che d’ora in poi si prescriverà l’aspirinetta come prevenzione anticancro al pari di quanto avviene per le malattie cardiovascolari – spiega Maria Carla Roncaglioni, ricercatrice dell’Istituto Mario Negri di Milano, fra gli autori degli studi -. Sono necessarie conferme da ulteriori studi clinici randomizzati, tuttora in corso, che stanno valutando il ruolo di basse dosi di aspirina nel trattamento di diversi tipi di malattie tumorali. Non bisogna dimenticare che i dati della nostra analisi, seppur solidi, derivano da studi condotti sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari e non avevano come obiettivo primario la prevenzione o la cura dei tumori». Non va neppure sottostimato (come segnalano in un commento su Lancet gli esperti della Harvard Medical School di Boston) che, come ogni farmaco, anche la cardio-aspirina ha le sue possibili conseguenze indesiderate, in particolare l’aumento di emorragie e di disturbi gastrici. «Infatti – conclude Roncaglioni –, dagli studi in corso potremo ottenere anche la valutazione dei pro e dei contro di una possibile cura preventiva con aspirina. In particolare le persone con una storia di tumore del colon-retto sono un sottogruppo di pazienti ad alto rischio in cui i benefici della terapia con aspirina potrebbero superare i noti effetti collaterali» Antonella Sparvoli
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