Le cellule staminali ematopoietiche contenute nei vasi del cordone ombelicale si sono rivelate importantissime per il trapianto in malati di leucemie, linfomi ed altre gravi malattie del sangue.
Tali cellule possono offrire a chi soffre di queste patologie una valida alternativa al trapianto di midollo osseo che richiede una più alta compatibilità e presenta una maggior rischio di infezioni e rigetto.
Come avviene da sempre per la donazione del sangue, anche la donazione delle cellule staminali da cordone ombelicale deve essere solidale cioè a disposizione di chiunque ne abbia bisogno.
Purtroppo invece, oggi è molto attiva, specie su web, la pubblicità delle banche private che assicura la conservazione ad uso autologo/personale, facendo leva sul desiderio dei genitori di garantire la salute futura del proprio figlio.
Ma la donazione autologa oggi non è auspicabile per diverse ragioni:
– non ci sono evidenze sui reali benefici, come hanno ribadito tutte le Società Scientifiche Internazionali e tutti i Comitati di Bioetica.
– il sangue se ben conservato, e non ci sono standard sulle modalità di conservazione nelle banche private, mantiene le sue caratteristiche per un tempo limitato di circa 12 anni
– un eventuale futuro trapianto autologo è escluso in caso di malattie genetiche in quanto l’alterazione è spesso già presente nelle proprie cellule cordonali.
Da tutto questo possiamo capire quanto le probabilità di utilizzo autologo siano estremamente ridotte e possiamo dedurre che circa il 99,99% delle unità di sangue cordonale sono sottratte all’uso pubblico negando così la possibilità di far ritrovare una speranza di vita a bambini ed adulti realmente malati oggi di tumore.
La nostra Federazione Nazionale (FIAGOP), molto impegnata su questo fronte, ha più volte ribadito la sua posizione a fianco del mondo scientifico e quindi contro la donazione autologa, Tra le associazioni aderenti, particolarmente attiva è l’ASEOP di Modena con il progetto “Mamma due volte” che promuove la cultura della donazione solidale con una attenzione particolare alle mamme immigrate.
Ma l’impegno maggiore è sicuramente quello dell’ADISCO, l’Associazione Donatrici Italiane di Sangue da Cordone Ombelicale che ha il merito di aver riunito intorno ad un tavolo esponenti nazionali ed internazionali del mondo scientifico, autorità pubbliche e tutti i soggetti che intervengono nella filiera della raccolta, conservazione, ricerca della compatibilità, trapianto, verifica e di aver costituito un Comitato italo-francese per perseguire strategie comuni a livello europeo.
E’ importante tenere i riflettori accesi su questo argomento perché gli interessi economici in gioco sono enormi e sappiamo quanto possono incidere nelle scelte politiche e sociali anche a discapito della salute.