L’analisi condotta attraverso il registro dell’Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica aggiunge ulteriori elementi di riflessione sulla situazione delle province di Napoli e Caserta rispetto al report dell’Istituto Superiore di Sanità
di Ruggiero Corcella
Almeno per quanto riguarda il rischio di tumori in età pediatrica nella cosiddetta Terra dei Fuochi, i dati aggiornati del Rapporto Istisan dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ripresi dai media nella prima metà di gennaio, avrebbero suscitato «allarmismi ingiustificati». Lo sostiene l’Associazione Italiana di Oncologia ed Ematologia Pediatrica (AIEOP), società scientifica che si occupa della raccolta delle registrazioni di tutti i nuovi casi di tumori in età pediatrica diagnosticati nei Centri aderenti all’AIEOP (sono 54, tutti quelli esistenti in Italia) attraverso un Registro specializzato da oltre 40 anni. «Non intendiamo assolutamente dire che non esistano pericoli nella Terra dei fuochi – tiene a sottolineare Franca Fagioli, presidente di AIEOP e direttore dell’Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti al Presidio Ospedaliero Infantile Regina Margherita Citta della Salute e della Scienza di Torino -. Vogliamo soltanto fornire un contributo scientifico a un tema così importante e ribadiamo la necessità che ci si confronti seriamente sui numeri, perché quelli a nostra disposizione scattano una fotografia diversa da quella emersa».
Che cosa dice il Rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità
Due settimane fa sono stati rilanciati dai media dati dell’Istituto Superiore di Sanità raccolti nel progetto SENTIERI (acronimo per Studio Epidemiologico Nazionale dei Tumori ) sui 55 comuni delle Province di Napoli e Caserta, esclusi i due capoluoghi. In realtà si trattava di un aggiornamento richiesto dal ministero della Salute per mettere a punto strategie di prevenzione adeguate sul territorio campano, in attuazione della legge 6 del 6 febbraio 2014 sui siti nazionali inquinati. L’Iss ha preso in considerazione tre indicatori: mortalità, persone ricoverate in ospedale e incidenza (cioè numero di nuovi casi in un anno). La mortalità si basava sui dati dell’Istat dal 2003 al 2011 (escluso il biennio 2004-2005, in cui l’Istituto nazionale di statistica non ha fornito dati), le ospedalizzazioni sul numero di persone ricoverate fra il 2005 e il 2011 . Per l’incidenza invece ci si è affidati al Registro tumori dell’Asl Napoli 3 Sud, esaminando i dati dal 1996 al 2010. «Per quanto riguarda la salute infantile – si legge nel Rapporto Istisan – è emerso un quadro di criticità meritevole di attenzione, in particolare si sono rilevati eccessi nel numero di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori, e, in entrambe le province, eccessi di tumori del sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni. L’analisi disaggregata per comune ha evidenziato alcuni Comuni nei quali si sono rilevati specifici segnali che richiedono ulteriori approfondimenti». L’Iss, inoltre, ha formulato una serie di raccomandazioni per la tutela della salute delle donne in gravidanza e dei bambini della Terra dei Fuochi.
Che cosa dice l’analisi dell’Aieop
L’Istituto Superiore di Sanità ha poi ribadito in una nota del 12 gennaio che «la mortalità di bambini e adolescenti è analoga a quella dell’intera Regione», mentre sono risultati in eccesso i ricoveri. Nei comuni in provincia di Napoli, in particolare, si sarebbero registrate percentuali molto alte anche nell’incidenza (cioè nel numero di nuovi casi in un anno) dei tumori del sistema nervoso centrale. Insomma, secondo l’Iss, non è vero che bambini e adolescenti della Terra dei Fuochi muoiono di più ma di sicuro si ammalano e vengono ricoverati in misura maggiore rispetto al resto della Campania. Nell’ambito dell’epidemiologia dei tumori, l’incidenza è considerata un indicatore più valido della mortalità. Ed è proprio su questo indicatore che si basano le puntualizzazioni di AIEOP , con l’intento di fare maggiore chiarezza da un punto di vista scientifico. «I dati del Registro AIEOP mostrano che nel periodo 2009-2011 sono rispettivamente 283 e 87 i nuovi casi di tumore in età 0-14 anni dei residenti nelle province di Napoli e di Caserta – spiega Franca Fagioli -. Questi valori rappresentano, rispettivamente, il 5.9% e l’1.8% del totale di tutti i nuovi casi di tumore in età 0-14 anni (4.770), registrati dai Centri AIEOP nello stesso periodo considerato. Si tratta di una percentuale simile a quella riscontrata nel triennio precedente, che pertanto non avvalora nemmeno l’ipotesi di un aumento della patologia tumorale in quelle aree».
L’attendibilità del Registro dell’Associazione
Ma quanto si può essere certi dell’attendibilità delle cifre che confluiscono nel database dell’Associazione Italiana di Oncologia ed Ematologia Pediatrica? «Il nostro Registro è stato pensato fin dall’inizio secondo criteri scientifici. Prevede la segnalazione di ogni singolo caso attraverso un Modello unico, denominato “1.01” . Solo compilando il Modello è possibile inserire un paziente in un protocollo di diagnosi e cura, e cioè assicurarne una terapia in linea con i migliori risultati ottenuti nel nostro campo a livello internazionale. Senza l’inserimento, inoltre, si resta tagliati fuori dal controllo centralizzato della diagnosi e da una seconda opinione che molto spesso viene effettuata dalla Rete Aieop. Ci sono dunque controlli incrociati per verificare l’inserimento dei dati, per questo è difficile che i numeri siano sottostimati. Il nostro Registro ha dimostrato finora di essere in grado di raccogliere il 94% dei casi di tumori infantili in Campania. In base a un calcolo statistico, la stima dei casi attesi nella Terra dei Fuochi risulterebbe pari a 301 e 93 casi dunque perfettamente sovrapponibile ai 283 e 87 nuovi casi da noi registrati». «Del resto anche i dati del Rapporto 2102 su “I tumori dei bambini e degli adolescenti” dell’Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM), che si riferiscono al periodo 2003-2008 – aggiunge Fagioli – evidenziano un andamento di incidenza annuale tra 0 e 14 anni in calo nel periodo 1998-2008, statisticamente significativo – cioè difficilmente dovuto al caso – per tutti i tumori e per i tumori cerebrali e non significativo , ovvero poco rilevante, per le leucemie».
Per l’Istituto superiore è necessario approfondire
Attraverso Loredana Musmeci, direttore del Dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria, l’Istituto Superiore di Sanità ribadisce: «Il nostro è uno studio di epidemiologia descrittiva quindi intrinsecamente per la tipologia di studio non può arrivare a nessuna conclusione e a nessuna individuazione di rapporti di causa-effetto, perché ci manca tutta la fase fondamentale di una valutazione del rischio che è quella della valutazione dell’esposizione agli inquinanti. Come per tutti gli altri siti inquinati, dove vediamo qualche segnale, alcuni eccessi per alcune patologie diciamo: attenzione sono studi che non possono stabilire rapporti di causa-effetto ma sono fortemente suggestivi della necessità di approfondire in alcuni casi». Da parte sua il professor Carmine Pinto presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Medica e direttore dell’Oncologia Medica Irccs di Reggio Emilia invita ancora una volta alla cautela: «I tumori pediatrici hanno la caratteristica di non presentare grosse variabilità annuali. Sono piccoli numeri e abbastanza infrequenti. Ma quando in un’area molto ristretta si comincia ad avere una certa concentrazione di un tumore non frequente , allora dobbiamo capire i motivi ed è meglio indagare».