Ilva, i periti sui fumi: «In aumento i tumori tra i bambini fino a 14 anni»

di Tiziana FABBIANO TARANTO – L’inquinamento e i nostri bambini. Un’esposizione, la loro, che non si può dire certo prolungata nel tempo, ma capace ugualmente di provocare ricoveri per malattie respiratore e i tumori maligni infantili.
Lo schema in questo caso fa ancora più paura di quelli per gli adulti. Nel periodo analizzato, cioè dal 1998 al 2010, sono stati registrati 85 tumori infantili se si considerano i dati dei ricoveri ospedalieri e 91 tumori infantili se consideriamo il registro Aieop (Associazione italiana ematologia oncologia pediatrica) e i registri tumori locali (alcuni ospedali tuttavia non comprendono i loro casi nel registro Aieop). Si parla di tumori maligni che colpiscono bambini dalla nascita fino ai 14 anni.
Lo studio dei periti mostra anche la correlazione tra l’esposizione all’inquinamento e le partologie respiratorie, in particolare infezioni respiratore acute, broncopatia cronico-ostruttiva e asma bronchiale. “I bambini e gli adolescenti possono essere particolarmente suscettibili”, scrivono i periti. Ed in effetti, affianco agli 89 ricoveri in ospedale per tumore maligno in età pediatrica, si aggiungono 8769 ricoveri, per la stessa fascia d’età, per malattie dell’apparato respiratorio. I ricoveri per infezioni delle vie respiratorie (sempre da 0 a 14 anni) sono stati 6281 mentre per asma 221.
Un’altra tabella evidenzia il numeri di casi attribuibili al Pm10 (cioè alle polveri sottili) di origine industriale fra tutti i ricoveri dei bambini. E così 17 tumori (il 19,5%) sarebbero attribuibili a quelle polveri sottili. Il 7,3% (638 casi) delle malattie dell’apparato respiratorio e il 10% delle infezioni delle vie respiratorie (627 casi). Soltanto dunque al Pm10, alle polveri sottili, non considerando gli effetti (che si vedranno anche e soprattutto negli anni futuri) dell’esposizione agli altri agenti inquinanti di natura cancerogena. Già quest’elenco basterebbe a far venire i brividi. Ma non basta. Perchè c’è “una forte e consolidata evidenza scientifica, come dicono i periti, che mostra la correlazione tra patologie – oncologiche e non – negli adulti e nei bambini e agenti inquinanti ma si adombra anche la possibilità molto concreta che oltre a cancro, ictus e infarti ci siano altre malattie del sistema neurologico e renale in modo specifico.
Perchè il grande quantitivo di metalli nel particolato atmosferico produrrebbe danni renali fino all’insufficienza renale cronica. E ancora l’esposizione cronica agli agenti inquinanti, in particolare al particolato ultrafine, farebbe aumentare anche le patologie degenerative come la demenza di Alzeihmer.
Lo studio dei periti analizza, in una serie di tabelle, l’incidenza per quartiere a rischio (Borgo, Tamburi, Paolo VI oltre al Comune di Statte presentano le maggiori criticità), per fasce socioeconomiche, per età, per sesso, dedicando ampio spazio allo studio dell’incidenza sui lavoratori Ilva.
“Anche tenendo conto degli effetti della stratificazione sociale, la situazione sanitaria in termini di mortalità e ricoveri ospedalieri non è uniforme nella città – scrivono i periti – In particolare tassi più elevati si osservano nei quartieri Paolo VI e Tamburi. Per questi quartieri, anche tenendo conto dei differenziali sociali, delle esposizioni ambientali e delle categorie occupazionali indagate con questo studio, i livelli complessivi di mortalità e di ricorso al ricovero sono più elevati di circa il 10-30% per Paolo VI e del 10-20% per i Tamburi. Gli eccessi sono sostenuti dai tumori, dalle malattie cardiovascolari e dalle malattie respiratorie”, concludono i periti.

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