Un tour in giro per l’Italia. L’insegnante: «Spiegando la malattia si aiuta anche chi è sano» I ragazzi del progetto “In viaggio per guarire” con la professoressa Annamaria Barenzi. Dopo aver ricevuto “l’Italian Teacher prize” come miglior prof d’Italia, il 26 maggio ha ricevuto anche il “Magna Grecia Awards”, il riconoscimento dedicato ai portati di pace, legalità e cultura della vita
«I giovani di oggi hanno tutto, ma non sono felici. Il nostro tour è servito anche a questo: fare in modo che i ragazzi guardino le loro vite da un punto di vista diverso». Annamaria Barenzi è la «migliore prof d’Italia». È questo dice già molto su di lei. Un riconoscimento che le è stato assegnato nel 2017 e soprattutto, un premio che le ha consentito di realizzare il suo sogno: il progetto “In viaggio per guarire”. Un tour nelle scuole di tutta Italia con i suoi studenti, tutti malati oncologici, per incontrare i coetanei e condividere esperienze di vita, paure, sogni, ambizioni. Milano la prima tappa. Poi Trieste, Padova, Bologna, Ancona, Napoli, Nisida, Bari, Cagliari, Palermo, Roma e infine Brescia. Giornate cariche di significato. Un viaggio impegnativo che però «non vedrei l’ora di rifare». Per i ragazzi (che arrivano tutti dai reparti degli Spedali civili di Brescia), gli incontri sono stati l’occasione per un ritorno alla vita di tutti i giorni, ma insieme anche un modo per aiutare i coetanei a riscoprire la gioia di vivere e il senso delle loro esistenze, ripensando il presente da un altro punto di vista.
«Conoscere il vissuto delle persone è un modo per tirare fuori le potenzialità – prosegue Barenzi – e insieme promuovere gesti di solidarietà come la donazione del sangue e del midollo, pratiche importantissime». La più piccola del gruppo ha 14 anni, il più grande frequenta il secondo anno di università. Preparare gli incontri e insieme dover seguire le cure, non è stato semplice «ma abbiamo vissuto esperienze molto intense con riscontri fortissimi». Il viaggio è terminato il 4 giugno a Brescia e ora Barenzi già progetta di ripartire. «Tra i nostri patrocini c’è l’Ail (Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma). A gennaio siamo stati all’assemblea nazionale di Roma per presentare il progetto e valutare la possibilità di proseguire “In viaggio per guarire” tramite le loro sezioni territoriali». A trarre beneficio da questo genere di eventi sono tutti i ragazzi. «Parlare con chi ha vissuto esperienze simili, aiuta a sanare le ferite di chi è malato e favorisce la guarigione dalla “normopatia”, la mancanza di senso e stimoli, di cui sono affetti i giovani sani», conclude. «Non occorre molto, è sufficiente creare le occasioni di incontro e dare spazio ai ragazzi».
lastampa.it 6.6.18
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