TARANTO – ”Ci avete rotto i polmoni”: accompagnate da questo e da altri striscioni preparati dagli studenti, alcune migliaia di persone – tra le 15.000 e le 20.000 – hanno partecipato oggi a Taranto alla marcia contro l’inquinamento, reclamando il diritto alla salute e l’abbattimento di polveri, fumi e gas che provengono dalle aziende dell’area industriale e in particolare da Ilva, Eni e Cementir. Tra cittadini, studenti e pensionati ha sfilato anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che ha annunciato ”interventi forti e urgenti”. ”E’ possibile – ha detto Vendola – ridurre le emissioni di diossina. Due camini su tre dello stabilimento Ilva di Taranto hanno emissioni pari a 2,5 nanogrammi per metro cubo: questo – ha spiegato – dimostra che l’abbattimento che noi proponiamo si puo’ fare, quindi, lo facciano, investano i quattrini”. Lunedi’ prossimo – ha annunciato Vendola – sara’ presentato al ministero dell’Ambiente lo schema di disegno di legge regionale per la riduzione del limite tollerabile dell’emissione di diossina in atmosfera, ”sperando – ha sottolineato – che sia approvato prima di Natale”. ”Deve cambiare la storia della Puglia e deve cambiare la storia del Mezzogiorno d’Italia”, ha poi detto Vendola, rilevando che ”cicli speculativi violenti, sempre nel nome del portare lavoro, ci hanno sottratto l’anima, ci hanno sottratto la salute, tante volte ci hanno tolto il respiro”. Con il presidente della Regione c’erano il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, il presidente della Provincia, Gianni Florido, ed esponenti politici di centrodestra e centrosinistra.
Il corteo, partito dall’Arsenale si e’ concluso a piazza della Vittoria, con un dibattito sulle soluzioni per ridurre l’inquinamento. Tra i nove punti programmatici indicati dagli organizzatori del comitato ‘Alta marea’ – che raccoglie varie associazioni cittadine – e’ stato fortemente accolto il no al raddoppio della raffineria Eni e all’inceneritore, il si’ alla bonifica dell’area industriale e della citta’, il potenziamento del registro tumori, lo sviluppo del polo oncologico. Alla base delle richieste, i dati diffusi in uno studio (dall’associazione ambientalista Peacelink, dalla sezione tarantina dell’Associazione italiana contro le leucemie e dal ‘Comitato per Taranto’) secondo cui un bambino che vive a ridosso dell’area industriale inala in media 2,14 sigarette al giorno, cioe’ 780 all’anno. D’altronde – hanno spiegato le associazioni con dati riferiti al 2000 – un operaio della cokeria dell’Ilva, in un turno di otto ore, puo’ inalare a seconda delle mansioni svolte da 305 a 7.278 sigarette, mentre i bambini del quartiere Tamburi il 4 marzo 2004 hanno inalato benzo(a)pirene equivalente a 128 sigarette per colpa di un micidiale vento spirato dalla zona industriale.
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