Isabella Ferrari e Raoul Bova testimonial dell’Associazione Peter Pan

Dall?11 aprile Peter Pan ha due nuovi grandi amici: Isabella Ferrai e Raoul Bova! Entrambi genitori affettuosi e presenti, i testimonial dell?Associazione sono stati presentati ufficialmente all?Auditorium di Roma in occasione della ?Magica Notte per Peter Pan?. Isabella Ferrari ?Che tipo di mamma ? Isabella Ferrari? Certamente non sono apprensiva. Mi sono ritagliata uno spazio nel mio lavoro per i miei figli. Cerco sempre di giocare con loro anche se sto cucinando o facendo qualcos’altro. Mi capita di trasformarmi anche in infermiera quando hanno febbre ed influenze e lo faccio con calma aspettando con loro che tutto passi I suoi figli, Teresa, Nina e il piccolo Giovanni, cosa fanno quando la vedono in televisione? Forse per pigrizia ma io in casa non ho nulla di quello che ho fatto al cinema o in televisione. Poi ? arrivato "Distretto di Polizia" e allora ho scoperto di avere degli spettatori molto speciali anche se abbastanza distaccati. Se le dico Peter Pan, cosa le viene in mente? La prima volta che sono stata alla Casa. Anche se non ho avuto modo di vedere i bimbi ho conosciuto tanta gente e mi ha fatto molto effetto vedere persone così disponibili? Credo che per un bimbo malato non ci possa essere soluzione migliore che quella di poter stare con le proprie famiglie e con quelle di altre persone che hanno gli stessi problemi. Poi la bellezza della strada, via San Francesco di Sales, una di quelle che più mi piace in questa città e la struttura della Casa nella quale mi ? venuta voglia di cucinare per i bambini? C’? qualcosa che non farebbe per un bambino che ha bisogno d’aiuto? Sono una madre e dunque ? facile rispondere. Se mi metto a pensare a tutti i bambini nel mondo che stanno male e che ogni giorno muoiono mi avvilisco. Sono certa che se smettessi di fare l’attrice mi dedicherei solo a loro? Ho fatto tre figli proprio perché sento da loro un’energia speciale. Ogni giorno prego per i bambini che soffrono Il suo ruolo le "impone" di fare beneficenza? Io non ho mai fatto parte di nessuna associazione o quant’altro. La mia beneficenza ? una cosa personale, che mi viene da dentro e senza imposizioni. Non voglio espormi, non voglio mettere in mostra la mia immagine pubblica perché mi farebbe male. Non lo faccio sapere? come quella volta che ho raccolto tanti soldi per i bambini del Burundi grazie ad un servizio fotografico che feci su un giornale. A Natale ho poi conosciuto Peter Pan e mi sono sentita dentro qualcosa? Non mi piacciono gli attori che si mettono in mostra e quello che faccio lo faccio perché lo ho deciso io e non perché me lo hanno chiesto Venerdì 11 Aprile all’Auditorium sar? la madrina dell’ Associazione e legher? il suo volto ed il suo cuore a Peter Pan… Se ci sar?, come credo, lo farà solo perché ho la consapevolezza di dare un aiuto a qualcuno. Preferirei farlo nascosta o passare un pomeriggio a giocare con i bambini della casa ma mi rendo conto che non si pu? fare. Sar? me stessa, con la consapevolezza che vorrei rendermi più utile come donna che come attrice ma che forse servo di più come personaggio pubblico Ci vuole raccontare un’esperienza della sua vita legata all’oncologia? Direttamente niente, il pensiero va solo ai bambini di Peter Pan. Quale ? la cosa che la fa arrabbiare di più? Lo sfruttamento, il consumismo, la guerra Cosa sta facendo in questo momento dal punto di vista professionale? Mi sono presa quasi due anni di pausa per stare con la mia famiglia. Dopo l’estate ricomincer? a lavorare Cosa pu? dire ai genitori dei bambini della casa? Non vorrei dire nulla di banale perché penso che nella vita ci siano dei momenti dove le parole non servano? Per un genitore trovarsi nella Casa e non in ospedale penso sia una grande fortuna. Non toccando con mano non ci si riesce davvero ad immaginare. Le parole non servono, bisogna solo aprire il cuore. Raoul Bova Come ha conosciuto Peter Pan? Era un po?di tempo che cercavo di unire alla mia carriera professionale un impegno sociale più diretto. Il tempo non ? mai molto ma visto che la mia immagine ? stata sfruttata per altre cose mi sono detto perché non farlo per chi ha realmente bisogno… Era nato Alessandro, il mio primo figlio che ora ha tre anni e i fotografi braccavano me e mia moglie. Un giorno, all’ennesimo inseguimento, decisi di vendere le foto ad una rivista per donare tutto in beneficenza. Volevo che mio figlio, pur così piccolo, facesse qualcosa per altri bambini meno fortunati di lui. Chiamai varie associazioni ma l’unica che ci fece partecipare attivamente come volevamo ? stata Peter Pan. Che rapporto ha con i bambini e cosa rappresentano per lei? Sono sempre stato innamorato dell’idea della famiglia. Cos? sono riuscito a crearla con mia moglie, Alessandro e il piccolo Francesco di un anno e mezzo. Mi danno responsabilit?, gioia e mi fanno tornare alle cose semplici. Sono la cosa più bella che esiste, c’? amore, affetto e sembra banale ma la mia vita ? cambiata moltissimo. Vip vuol dire dover fare beneficenza "per forza"? A me di quello che pensa l’opinione pubblica non importa nulla. Molte volte mi sento più fortunato di altri e dunque mi piacerebbe condividere questo… faccio tante cose e non per questo ne faccio pubblicit?. Anzi. Ci racconta una su esperienza? Sono andato a trovare i ragazzi al Bambin Ges?, in reparto. Un impegno importante che serve a loro ma anche a me. Basta pochissimo, una mezz’ora, per regalare un sorriso. Volevo persino fare un film la cui storia raccontava di un bambino che stava male, che aveva una malattia incurabile il cui pap? non ha mai smesso di farlo sorridere…. Fare beneficenza ? sempre qualcosa di molto personale ma, se vuole, pu? raccontarci qualche sua esperienza in questo settore. Sappiamo, per esempio, che a Peter Pan ha devoluto i proventi del servizio fotografico ed ora molti bambini dormono su comodi materassi…. Chiesi molti soldi per quel famoso servizio fotografico con l’intenzione di fare qualcosa di importante. Peter Pan mi diede l’occasione giusta e comprai elettrodomestici, lenzuola e tante cose pratiche proprio come piaceva a me e mia moglie. Non dare soldi direttamente ma qualcosa di veramente concreto che rimanesse. Per trascorrere qualche ora diversa o per fare una gita dove accompagnerebbe un bambino ospite della "Casa" ? Non porterei con me un solo bambino ma tanti…. Io sono innamorato del mare e sono convinto che aiuterebbe molto a rilassare…Giocherei con tutti, cercherei di creare familiarit?, di stare insieme serenamente. Non penso sia tanto importante il gesto quanto il rapporto che crei. Aiutare a non sentirsi soli… A lei ? mai capitato di sentirsi solo? Una volta sono stato male. Ero depresso perché mi sembrava che al mondo non importasse nulla di me. Certe volte penso a quel momento e per questo so cosa si prova in alcune situazioni. Vorrei che nessuno si sentisse mai abbandonato. Chi le ha fatto il regalo più bello? Un bambino della casa che scherzosamente chiamavo Piedone… Mi disse: "So che sei dei nostri perché ho letto il tuo nome sulla targhetta in associazione". Ci ritrovammo in ospedale dopo un anno dalla mia prima visita e mi riconobbe. Ci abbracciammo, fu un immenso piacere. Come si convive con l’etichetta di "bello"? Non lo so … Magari ci diventi perché semplicemente hai fatto tanti film… Io credo che ci siano tanti ragazzi più belli di me. Comunque non mi alzo la mattina e mi dico "quanto sei bello", convivo semplicemente con me stesso cosciente che la mia carriera artistica ne ? indubbiamente condizionata. E’ mai stato alla casa? No, ma mi piacerebbe davvero andarci. C’ ? stata mia moglie e mi ha raccontato della familiarit? dell’ambiente. Sono curioso. Ci fa una promessa per Aprile… saremo tutti all’Auditorium per assegnare il premio Associazione Peter Pan e avremmo bisogno di un padrino d’eccezione…. Le promesse o si fanno bene o non si fanno… Non nego che sto lavorando molto ma se gli orari lo permetteranno ci potete contare…

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