La Migrazione Sanitaria in Italia nel Campo dell’Onco-ematologia Pediatrica

La migrazione sanitaria, ovvero la mobilità dei pazienti alla ricerca di cure mediche migliori, è un fenomeno diffuso in Italia, coinvolgendo numerose famiglie che si spostano per ottenere prestazioni sanitarie superiori a quelle disponibili nella propria zona di residenza. Questo movimento migratorio è influenzato da diversi fattori: la ricerca di cure specialistiche, la disponibilità di professionisti esperti, tecnologie avanzate, l’accesso a farmaci e terapie innovative, e un sistema sanitario percepito come più efficiente.

I numeri della migrazione per cancro infantile

Anche il campo dell’onco-ematologia pediatrica è significativamente interessato da questo fenomeno. Un recente studio condotto nel 2024 da AIEOP (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica), che gestisce una rete di 54 centri specializzati nella diagnosi e cura del cancro pediatrico su quasi tutto il territorio nazionale, ha analizzato oltre 41.000 casi di cancro pediatrico diagnosticati tra il 1988 e il 2017 di pazienti di età tra 0 e 19 anni. Il 20% del campione ha dovuto migrare fuori dalla propria regione per ricevere cure, con una tendenza alla diminuzione negli ultimi anni (16% nel periodo 2008-2017). La migrazione è stata meno frequente per leucemie e linfomi (9%) e più alta per i tumori solidi (26%).

Analisi delle ragioni

Le ragioni alla base di questa migrazione sono molteplici. La principale è la mancanza di centri ospedalieri e medici specializzati nella propria regione, seguita da difficoltà di accesso alle strutture esistenti e tempi di attesa incompatibili con la gravità della patologia. Tuttavia, lo studio ha evidenziato anche motivazioni culturali e la mancanza di informazioni, con famiglie che nutrono sfiducia o pregiudizio verso le strutture sanitarie locali, non sempre giustificata da ragioni oggettive, i cosiddetti “viaggi della speranza”. Altri fattori includono la conoscenza personale di specifici ospedali o medici, la facilità di raggiungere la struttura prescelta e il supporto logistico da parte di amici o parenti nella città di destinazione.

Le regioni maggiormente interessate

Geograficamente, nove regioni italiane sono particolarmente interessate dalla migrazione sanitaria in onco-ematologia pediatrica. Il Trentino-Alto Adige presenta il dato più alto, con il 90% dei piccoli pazienti che si sono trasferiti, principalmente verso il Veneto. La Lombardia (8%) e la Liguria (10%) nel Nord, il Lazio (8%) e la Toscana (16%) nel Centro hanno i numeri più bassi. Nel Sud e nelle isole, la migrazione sanitaria raggiunge il 38% in Campania e il 61% in Calabria, con una chiara tendenza a spostarsi verso i centri specializzati del Centro-Nord. L’Abruzzo registra il dato più alto con il 63%.

Conclusioni

Al di là delle statistiche e dei problemi e disagi cui vanno incontro le famiglie per far curare i propri figli altrove, lo studio AIEOP sottolinea anche un aspetto positivo derivante da questo fenomeno: la concentrazione di un alto numero di pazienti in determinate strutture specializzate consente di elevare il livello di qualità ed efficienza delle terapie e di valorizzare maggiormente la ricerca potendo contare su un adeguato volume di casi.

.Le conclusioni dello studio indicano che:

– la migrazione sanitaria in oncologia pediatrica è in diminuzione, ma alcuni centri ospedalieri di riferimento continueranno ad accogliere pazienti da altre regioni;

– alcune regioni (Trentino, Calabria e Abruzzo) hanno poche strutture specializzate, altre (Valle d’Aosta, Molise e Basilicata) ne sono del tutto prive;

– soprattutto nel Sud e nelle isole, vi è una “sfiducia storica” nelle strutture sanitarie locali, che spinge le famiglie a cercare cure nel Centro-Nord.

Lo studio auspica una miglior collaborazione e integrazione della rete onco-ematologica pediatrica nazionale, in particolare dei centri AIEOP, e propone la creazione di aree macro-regionali per ridurre i flussi migratori.

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