Melanoma: un selfie aiuta ma non basta
Il melanoma è un tumore in aumento anche tra i giovani negli ultimi anni. La prevenzione è fondamentale e la diagnosi tempestiva può salvare la vita. In tempi recenti si è pensato da più parti ad utilizzare la tecnologia dei cellulari per facilitare l’individuazione del melanoma. Sono nate così diverse applicazioni facilmente scaricabili.
In Brasile, rivolta soprattutto agli adolescenti, è stata diffusa l’app Sunface che mostra come sarà la pelle dopo l’esposizione al sole e la percentuale di rischio di sviluppare un tumore. Il suo utilizzo ha contribuito ad alzare la consapevolezza nei confronti del melanoma in un paese in cui il culto per l’abbronzatura tra i giovani espone più che altrove alla possibilità di sviluppare il tumore della pelle.
A metà degli studenti di 52 classi dell’età media di 16 anni è stato fatto vedere il proprio volto “invecchiato” artificialmente. L’esperimento è stato trovato molto divertente e formativo dagli studenti coinvolti e la percentuale di utilizzo della protezione solare è salita tra i partecipanti: dal 15% al 22% dopo 3 mesi, dal 15 al 23% dopo 6 mesi (indicativo del fatto che la nuova buona abitudine presa non si è persa nel tempo).
Si è alzata anche la percentuale dei ragazzi che facevano controlli nell’arco di 6 mesi: dal 25% al 49% (cambiamenti più rilevanti tra le ragazze). Anche le sedute di abbronzatura artificiale per un po’ di tempo sono diminuite ma nell’arco di 6 mesi la percentuale si è rialzata. Forse perché è più facile perdere una buona, nuova, abitudine che lasciarne una malsana. Tra l’altro sembra che l’abbronzatura solare possa creare dipendenza.
Esistono inoltre altri tipi di applicazioni che orientano direttamente alla diagnosi grazie alla possibilità di fotografare il neo sospetto tramite il proprio cellulare, come Skinvision e SKinscan.
Melanoma: i limiti delle applicazioni
Tuttavia la Fondazione Veronesi mette in guardia dall’uso errato di queste app che devono costituire solo un passaggio intermedio tra il paziente e il dermatologo e hanno dimostrato in alcuni casi di essere fuorvianti e condurre chi le usa a sottovalutare il rischio.
Il melanoma è un tumore maligno con una incidenza fortissima nella fascia di età compresa tra i 15 e i 39 anni. Il 20% dei casi sono proprio registrati tra questo range di età. Negli ultimi anni è in aumento soprattutto tra i giovani. Nel 2019 le nuove diagnosi in Italia sono state circa 12.400.
Il melanoma: come riconoscerlo con il metodo ABCDE
La dottoressa Paola Queirolo esperta di questo tipo di tumore dello Istituto Europeo Oncologico suggerisce come riconoscere un melanoma. Innanzitutto la cosiddetta regola del brutto anatroccolo ovvero guardando una persona spogliata a distanza si può notare un neo differente da tutti gli altri, per l’appunto il “brutto anatroccolo”. Entrando nel dettaglio la regola dell’ABCDE è il primo passo verso la prevenzione in quanto aiuta a distinguere un nevo da un melanoma:
A come Asimmetria, ossia dividendo le due parti di un nevo non sono simmetriche
B come Bordi irregolari, i bordi del melanoma sono frastagliati
C come Colore disomogeneo, che va dal marrone scuro, al nero, al violaceo. Ci sono anche alcune lesioni chiare, rosa o rossastre
D come Dimensioni, il melanoma supera in genere i 5 mm e cresce
E come Evoluzione, il cambiamento di aspetto e la rapida crescita di un qualunque nevo rappresentano un campanello d’allarme.