Al Meyer, in dermatologia c’è uno strumento all’avanguardia che sconfigge gli emangiomi infantili e a Firenze arrivano bimbi da tutta Italia: con questa “spada” di luce si curano pure “macchie di vino”
di Marco Sabia
FIRENZE. Nei (o nevi, come si dice con linguaggio scientifico), molteplici dermatiti infiammatorie (acne, dermatite atopica, psoriasi), patologie infettive di varia eziologia (batteri, funghi, virus), emangiomi, malformazioni vascolari fino a vere e proprie lesioni tumorali (rare per fortuna): sono molte e molto diverse le problematiche che possono interessare la pelle di un bambino, sin dalla più tenera età. La dermatologia dell’ospedale pediatrico Meyer, grazie a un approccio multidisciplinare, riesce ad essere un’eccellenza a livello regionale e nazionale.
Una semplice macchia sulla pelle può essere un sintomo di un qualcosa di molto complesso e da indagare su più fronti. Cesare Filippeschi, medico coordinatore responsabile della dermatologia pediatrica, ci spiega perché.
«La maggior parte dei bambini che arriva al Meyer ha già avuto una valutazione dai territori di appartenenza regionali e nazionali e quindi soffre di malattie con difficoltà di diagnosi o situazioni di difficile gestione terapeutica.
«Molti accessi avvengono anche per la cosiddetta “mappatura dei nevi”. In realtà la patologia tumorale sui nevi in età pediatrica è per fortuna un evento molto raro. Gli unici nevi da tenere sotto controllo più stretto in età pediatrica sono i nevi congeniti giganti di oltre 20 centimetri di diametro e i nevi insorti rapidamente nel giro di pochi mesi con caratteristiche cliniche che attirano l’attenzione (intensamente neri e pigmentati o altresì nodulari, rosati e senza colore), cioè il cosiddetto “brutto anatroccolo”. Oltre a questo, il nostro centro dermatologico è diventato un riferimento regionale e nazionale nel trattamento degli emangiomi infantili e delle anomalie vascolari».
«Gli emangiomi infantili (detti impropriamente angiomi) sono in realtà tumori benigni che interessano oltre il 4% dei neonati, più frequentemente bambine e prematuri. Proliferano normalmente nei primi 6-8 mesi, per poi andare incontro a un’involuzione naturale che si può concludere nei primi anni di vita. Di solito basta monitorarli ma in alcune situazioni è importante un intervento farmacologico precoce: il propranololo ha rivoluzionato il trattamento di tali lesioni. Alcuni emangiomi richiedono anche un approccio chirurgico: per migliorare il risultato disponiamo del Dye Laser, strumento all’avanguardia che conferisce a tutto il percorso terapeutico degli emangiomi un livello di primissimo ordine nel panorama nazionale».
«Il Dye Laser è utile anche nelle malformazioni vascolari, come le “macchie di vino” presenti alla nascita, ma refrattarie alle terapie.
il tirreno, 11.11.18
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