ROMA – Le associazioni italiane dell’assistenza pediatrica sono preoccupate per il decreto approvato nell’ambito della Legge di Stabilità che prevede per gli ospedali e gli Irccs il ricorso al piano di Rientro in caso di insufficienza gestionale o di mancato rispetto degli standard qualitativi/quantitativi. E chiedono “opportuni accorgimenti” affinchè non siano praticati tagli lineari che riducano in modo “rigido” prestazioni e servizi, soprattutto per patologie cardiologiche, oncologiche, ematologiche e più in genere “tutte le patologie che richiedono un’altissima specializzazione ed una grande multidisciplinarietà”. Questo in sintesi quanto emerso nel corso di un incontro a Genova cui hanno partecipato, tra gli altri, rappresentanti di Fiagop (genitori oncologia pediatrica), Abeo Onlus (ass. bambino emopatico e oncologico), Noi per Voi Onlus (operante presso l’ospedale Meyer di Firenze), Cuore di Bimbo (associazione toscana bambini cardiopatici), Associazione Piccoli Cuori Onlus in rappresentanza anche di “Cuore Gaslini”. “La rete pediatrica italiana – ha spiegato Angelo Ricci, presidente di Fiagop – è un’eccellenza nazionale che ci invidiano in tutta Europa che va difesa e implementata. E’ grazie a questi presidi di alta specialità che tanti bambini che prima non avevano grandi speranze ora possono avere un futuro”. Per preservare queste realtà, alla luce dei rischi della nuova normativa, sono state fatte varie proposte. Primo indispensabile intervento, secondo i partecipanti, è l’adeguamento dei Drg pediatrici agli effettivi costi sostenuti in campo pediatrico, troppo distanti dai costi delle prestazioni per l’adulto. Le associazioni chiedono, nella valutazione del rapporto costi/benefici, la necessità di costante attenzione dei pazienti cardiopatici prima, durante e dopo la loro transizione all’età adulta, o dell’importanza del follow up dei guariti da tumore. Infine al centro di tutto, sostengono, deve essere la ricerca: centralizzazione di banche dati, somministrazione di farmaci off label, copertura assicurativa dei clinical trials, epidemiologia, applicazione di protocolli terapeutici, concludono, “sono tutti aspetti imprescindibili, armi indispensabili per affrontare correttamente malattie tanto gravi”.
Ansa 2.5.16