FIRENZE – Partira’ tra la primavera e l’autunno la prima sperimentazione clinica di un vaccino anti-tumorale a Dna interamente realizzato in Italia. La Regione Toscana ha infatti deliberato un finanziamento di 250.000 euro per la produzione di un prodotto che previene la recidiva dei linfomi. Lo ha annunciato il professor Mario Petrini, direttore di ematologia dell’azienda ospedaliero universitaria di Pisa. Il vaccino e’ stato messo a punto nel Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia (ICGEB) di Trieste con il responsabile del laboratorio di immunologia del professor Oscar Burrone. Il finanziamento regionale – deliberato nell’ambito dei fondi dedicati alle piccole industrie per il trasferimento di attivita’ in Toscana – servira’ per questa sperimentazione dopo i successi ottenuti sugli animali. ”Si tratta – ha aggiunto Petrini – di un vaccino a Dna risultante ricombinante la cui produzione e’ stata approvata dall’Istituto superiore di sanita’ e dal comitato etico di Pisa. I linfomi hanno infatti la caratteristica di ripresentarsi nonostante lunghi mantenimenti con la terapia e il vaccino contro la recidiva deve essere costruito caso per caso perche’ deve indurre una risposta immunitaria specifica contro l’immunoglobulina di superficie che caratterizza la popolazione neoplastica”. ”Durante la malattia – ha proseguito Petrini – viene effettuato un prelievo istologico di alcune cellule tumorali per individuare quale tipo di immunoglobulina producano, identificarne il gene che la codifica e riprodurlo in laboratorio. Il vaccino a DNA viene poi ‘sparato’ sotto la cute del paziente con una pistola speciale ad aria compressa in modo che le cellule immunologiche della pelle comincino a produrre difese. Controlliamo poi la malattia minima residua presente nel midollo per valutare se scompare”.
Dicembre 2024
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