Lo studio portato avanti all’ospedale pediatrico fiorentino. Grazie all’irraggiamento si corregge il tessuto malato
GROSSETO . Il progetto di chemioterapia e protonterapia dedicato a Maria Sole Marras è stato illustrato dal dottor Iacopo Sardi, il medico che ha seguito Sole negli ultimi nove mesi di vita. «Nonostante i recenti progressi nel trattamento dei tumori infantili – ha detto – quelli del sistema nervoso centrale rappresentano ancora un’importante sfida in campo oncologico, essendo la prima causa di morte per tumore nel bambino. Queste patologie, aggressive e con prognosi spesso infausta, sono estremamente complesse e difficili da trattare anche perché dobbiamo e vogliamo tenere conto anche della qualità di vita del paziente». L’unità di neuro-oncologia dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze sta realizzando degli studi clinici e sperimentali mirati alla realizzazione di protocolli terapeutici innovativi per alcuni tipi di tumore cerebrale fino a oggi non curabile con le terapie consolidate, come il glioblastoma multiforme e il glioma intrinseco diffuso del ponte. «I risultati ottenuti fino a oggi – ha spiegato ancora il dottor Sardi – sono oggetto di molteplici pubblicazioni scientifiche ma non rappresentano un punto di arrivo, bensì uno stimolo a proseguire con crescente impegno e dedizione i filoni di studio. Per questa ragione il Meyer ha stabilito numerose e importanti collaborazioni scientifiche». «Fiore all’occhiello delle attività di ricerca attualmente in corso –ha concluso Iacopo Sardi – è l’utilizzo di un approccio multimodale costituito da chemioterapia combinata a una forma altamente innovativa di irradiamento, la protonterapia, per la cura dei gliomi di alto grado. Lo sviluppo di questo progetto sarà possibile grazie alla collaborazione tra l’unità di neuro-oncologia del Meyer ed il centro di protonterapia di Trento».
Il Centro di Trento, un’avanguardia in Europa, è infatti tra le poche strutture in grado di effettuare l’irraggiamento con protoni su modelli sperimentali. La terapia protonica è una radioterapia che utilizza un fascio di protoni per irradiare un tessuto biologico malato. Il vantaggio principale della terapia protonica è la capacità di localizzare più precisamente il dosaggio delle radiazioni ionizzanti rispetto ad altri tipi di radioterapia esterna. Tuttavia non vi sono ancora prove del tutto certe se questo costituisce un vantaggio globale rispetto ad altri trattamenti meno onerosi. Le particelle cariche di energia, i protoni, dovrebbero danneggiare il DNA delle cellule, uccidendole o bloccando la loro riproduzione. Le cellule tumorali sono particolarmente vulnerabili agli attacchi contro il DNA per via della loro alta frequenza di divisione e le loro ridotte capacità di riparare danni al DNA. Tanti sono i passi ancora da percorrere, ma la ricerca è l’unica strada praticabile per poter approdare a risultati tangibili che possano costituire strumenti concreti da poter mettere al servizio di piccoli pazienti affetti da malattie all’oggi incurabili.
Gabriele Baldanzi
Dicembre 2024
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