Malati di cancro deboli e con basse difese immunitarie. Gli specialisti: anche i parenti devono prevenire i malanni di stagione
MILANO – Il freddo alla fine è arrivato e con lui il pericolo dei malanni di stagione: influenza, tosse, raffreddore, febbre. I pazienti oncologici sono particolarmente fragili perché hanno le difese naturali ridotte (a causa ad esempio di deperimento, deficit immunologici, leucopenia indotta dai trattamenti) e, quindi, a maggior rischio di andare incontro sia a sindromi influenzali che alle loro complicanze. Per questo oncologi e Autorità sanitarie consigliano che i malati di tumore, come anche le persone che stanno loro vicine, siano sottoposti a vaccinazione. Nel frattempo, per sfuggire nei limiti del possibile al contagio o alle sue complicanze basta prestare un po’ di attenzione: lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone, coprire il naso e la bocca soprattutto quando c’è tosse. E, in caso di sintomi influenzali, rimanere a casa e tenersi a distanza dalle altre persone.
VACCINI, C’E’ TEMPO FINO A FINE DICEMBRE – L’ex Ministro della Salute Ferruccio Fazio intervenuto lo scorso 19 ottobre 2011 alla Camera per rispondere a un’interrogazione sulle iniziative del Ministero volte a limitare il più possibile il dilagare dell’influenza stagionale, con particolare riguardo ai soggetti più vulnerabili come malati, bambini e anziani ha dichiarato: «La vaccinazione antinfluenzale rappresenta un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) indica quale obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave: una strategia vaccinale basata su questi presupposti presenta un favorevole rapporto costo-beneficio e costo-efficacia». Le raccomandazioni e le indicazioni dell’Oms sono le stesse contenute nella circolare ministeriale pubblicata il 28 agosto 2009 per la prevenzione e il controllo dell’epidemia stagionale d’influenza 2009-2010: il periodo consigliato per la vaccinazione va dall’inizio di ottobre fino a fine dicembre. Infine, per i bambini al di sotto dei 9 anni di età (mai vaccinati in precedenza) si raccomandano due dosi di vaccino antinfluenzale stagionale, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane.
I CONSIGLI DELL’ONCOLOGO – L’indicazione alla vaccinazione, secondo Francesco Cognetti, direttore della divisione di Oncologia Medica A presso all’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, vale anche per i malati di cancro che hanno concluso i trattamenti da molto tempo (anche se naturalmente il rischio in questi casi può essere considerato inferiore). «Per chi invece sta seguendo le cure, specie la chemioterapia – dice l’oncologo – la vaccinazione può evitare le complicazioni che potrebbero derivare dai virus influenzali, specie quelle che possono interessare le vie respiratorie. In questi casi l’immunizzazione dovrebbe essere eseguita due o tre giorni prima del ciclo di chemioterapia, dopo aver verificato che l’emocromo sia nella norma». Inoltre, i possibili effetti collaterali del vaccino, secondo l’esperto, non sono diversi da quelli in cui potrebbe incappare una qualsiasi persona che assume il farmaco. E chi si ammala, che dovrebbe fare? «Assumere antivirali, soprattutto quando l’influenza presenta caratteristiche di particolare aggressività – aggiunge Cognetti -. Naturalmente possono poi essere utilizzati nei pazienti oncologici tutti i farmaci che di solito vengono somministrati per abbassare la temperatura e, se indicata, anche la comune terapia antibiotica».
PER CHI HA UN TUMORE DEL SANGUE – I malati di mieloma, leucemie o linfomi sono generalmente immunodepressi, soprattutto quelli con una leucemia linfatica cronica che soffrono di tipo-gamma-globulinemia. E quanti attualmente sottoposti alle cure anticancro, sebbene vengano sottoposti a vaccinazione, è improbabile che riescano ad avere un’adeguata risposta immunitaria. «I pazienti con un tumore del sangue sono particolarmente deboli e dunque la vaccinazione è decisamente consigliabile. Ed è importantissima anche per i familiari, in modo da ridurre al minimo il rischio di trasmettere le infezioni – spiega Alberto Bosi, direttore dell’ Ematologia all’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze -. E se compaiono infezioni respiratorie anche apparentemente banali è opportuno che i malati siano visitati dal medico curante. Se questo ravvisa la necessità di una terapia antibiotica, eventualmente integrata dall’infusione di immunoglobuline endovena nei pazienti con ipo-gamma-globulinemia, è bene comunque parlarne con il centro di oncologia ematologica che ha in cura la persona».
MEGLIO PROTEGGERE ANCHE I BAMBINI – Infine, la vaccinazione è raccomandata a tutti i bambini di età superiore ai sei mesi. «Quelli con malattie del sangue, tumori e immunosoppressione indotta da farmaci o da Hiv hanno poi un motivo in più per proteggersi – conclude Giorgio Dini, direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia Pediatrica al Gaslini di Genova -. E’ opportuno giocare d’anticipo anche per chi si è lasciato alle spalle il cancro e ha finito i trattamenti da mesi o da anni. Inoltre, possono e devono fare il vaccino sia i giovani pazienti in chemio o radioterapia (che non corrono particolari rischi di effetti collaterali o reazioni indesiderate all’immunizazzione) sia i loro genitori, che dovrebbero evitare di ammalarsi per non contagiare i figli». Infine, anche in questo caso, se un piccolo malato oncologico incappa in un malanno di stagione si possono prendere i comuni farmaci contro febbre, tosse o raffreddore.
Vera Martinella (Fondazione Veronesi)
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